L’importanza di chiamarsi Beppe

Milano

Milano 29 Marzo – Evviva, Beppe è innocente. Sala non ha commesso un falso ideologico dichiarando il falso sulle sue proprietà immobiliari. Ha commesso una semplice e scusabilissima dimenticanza, quando, alla vigilia di una campagna elettorale di fuoco, in cui il suo primo e principale obiettivo era farsi accettare dalla sinistra del suo movimento, non dichiarò una casa a Saint Moritz. Cioè, può succedere a tutti di omettere qualche dettaglio. Lui poi ci tiene a ribadire che firmava un sacco di cose. E spesso manco leggeva. No, non sto scherzando:

“All’epoca ho avuto il garbo di non sottolineare il fatto che quando una persona nella mia posizione lavora con intensità firma tantissimi documenti al giorno e non controlla tutto e quindi non ho dato la responsabilità a chi me li ha preparati come non farò certo oggi. Rimane un fatto importante: uno di solito non dichiara se non vuole pagare tasse ma io le avevo già pagate”

Che gentile, Beppe. All’epoca ha evitato di dire che il commissario di Expo era uso firmare a caso pezzi di carta di cui manco conosceva l’esatto contenuto. E ne firmava tanti, ogni giorno. Quindi, quando difende la regolarità del suo operato, compie l’ennesimo, pindarico, volo di fede. Forse, a posteriori, leggendo finalmente le carte, può dire che sì, anche quando le ha firmate erano regolari. Ma all’epoca non poteva saperlo. Non avevamo un commissario di Expo, avevamo un timbracarte. Mi sembra tutto molto consolante e tutto molto bello. Infatti adesso prenderà una multa. Ma, se penalmente è innocente, amministrativamente è colpevole, politicamente è inqualificabile. Molto, ma molto più della Cocco. L’assessore che non voleva rivelare i suoi redditi io la rispetto. Davvero. Credo abbia fatto una battaglia nobile e sacrosante in nome del principio della riservatezza. Sala invece ha combattuto per sottolineare che lui è lui, e che le regole non gli si applicano. Lui firmava, non leggeva e tutto funzionava. Non benissimo, magari. E magari la colpa era proprio del fatto che stava agendo da automa. Ma, dopotutto, come per i bambini, gli ubriachi e gli Stati Uniti d’America, anche Beppe è immune alle conseguenze delle sue azioni. Resta il fatto che, a Palazzo Marino, abbiamo un emulo del Marchese del Grillo: Beppe è Beppe, e voi, mi dispiace ricordarvelo, non valete un.

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