Milano 31 Marzo – Dal 30 marzo al 25 giugno, Palazzo Reale ospita per la prima volta in Italia una selezione del lungo “racconto pittorico” della vita di Charlotte Salomon (Berlino,1917–Auschwitz,1943), giovane artista ebrea che ha utilizzato il talento, coltivato presso l’Accademia delle Belle Arti di Berlino, per rappresentare la propria esistenza e sfruttare le proprietà taumaturgiche dell’arte. Un racconto che è sopravvissuto all’inferno della Shoah perché messo in salvo dall’artista poco prima di essere condotta ad Auschwitz, dove avrebbe trovato la morte. Sopravvissuto alle persecuzioni e alla guerra, il lascito artistico di Charlotte Salomon si compone di 1325 documenti tra tempere, veline, annotazioni, varianti pittoriche e altre prove, con una scelta di i 800 tempere selezionate dall’autrice quali immagini del racconto definitivo. Dagli anni Sessanta le tempere di Charlotte Salomon sono state esposte in alcuni importanti musei, mai in Italia: al Centre Pompidou e al Museo Ebraico di Parigi, alla Whitechapel Art Gallery e alla Royal Academy di Londra, al Museo Ebraico di Berlino e in varie altre città tedesche, a Bruxelles, Tel Aviv, Chicago, New York, San Francisco, Tokyo. Sull’opera di Charlotte esistono numerosi libri, filmati e n cataloghi che ne hanno accompagnato le esposizioni, tra cui alcune edizioni integrali delle tempere a cui si sono recentemente aggiunti altri tributi alla sua figura. Charlotte Salomon è anche la protagonista del romanzo del curatore della mostra milanese, Bruno Pedretti, dal titolo “Charlotte. La morte e la fanciulla”. Informazioni su Charlotte Salomon e la sua opera sono reperibili anche sul sito del Jewish Historical Museum – Museo Storico Ebraico di Amsterdam.
Charlotte Salomon – Figlia di Albert e Franziska Salomon, nasce a Berlino il 16 aprile 1917. Medico universitario il padre, musicista amatoriale la madre e celebre cantante d’opera la matrigna Paula Lindberg, la formazione di Charlotte dopo il liceo imbocca la strada artistica. Frequenta dal 1935 al 1938, unica allieva ebrea ammessa, l’Accademia di Belle Arti di Berlino. Nel 1939 lascia la Germania per rifugiarsi dai nonni materni a Villefranche-sur-Mer, vicino Nizza. Nel 1940, a seguito del suicidio della nonna, scopre che anche la madre e la giovane zia di cui aveva preso il nome erano morte suicide. La terribile rivelazione, insieme alla drammaticità degli eventi che gravavano sulla sua sorte di perseguitata e profuga, la spinge a concepire e realizzare la sua grande opera autobiografica, Leben? oder Theater? (Vita o Teatro?). Ultimato l’immenso lavoro, a fine settembre 1943 Charlotte viene arrestata dalla Gestapo insieme al marito Alexander Nagler e condotta ad Auschwitz. Il 10 ottobre, incinta di alcuni mesi, Charlotte giunge nel campo di sterminio, dove con ogni probabilità viene uccisa il giorno stesso. La sua opera è sopravvissuta; affidata prima dell’arresto al medico di Villefranche-sur-Mer, pervenne in America alla dedicataria Ottilie Moore, che dopo la guerra la donò al padre, fortunosamente sopravvissuto alla guerra e allo sterminio degli ebrei con la fuga in Olanda. I familiari di Charlotte decisero di affidare “Vita? o Teatro?” dapprima al Rijksmuseum di Amsterdam, sino a quando nel 1971 l’opera passò al nuovo Jewish Historical Museum della stessa città, dove è conservata a cura della Fondazione Charlotte Salomon.
Info: www.palazzorealemilano.it – www.charlottesalomon.it
lunedì: 14.30/19.30 – martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30/19.30 – giovedì e sabato: 9.30/22.30
Biglietti: 10 euro – ridotto 8,50 euro
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.