Sala comincia a scricchiolare

Milano

Milano 1 Aprile – Sembra, dico sembra eh, che a sinistra si sia realizzato per chi si è votato. Ci hanno messo quasi un anno, eh, ma improvvisamente sta apparendo chiaro che il loro candidato potrebbe non essere esattamente quello che speravano. Ne parla persino Repubblica, ma non nella versione online. Certe cose vanno mantenute tra pochi intimi. E si limita ad elencare le partite aperte con attriti, senza fare troppa analisi. Non sia mai che si dica che ci sono problemi di base estremamente delicati. Prendiamo tre dossier a caso: trasporti, sicurezza e governance di atm. Sull’ultimo punto su questo giornale ha scritto molto il Direttore, quindi mi limiterò ad una mera considerazione: Sala sta svendendo l’azienda a Ferrovie dello Stato. O almeno a quello tende. Il primo pezzo è stato non esercitare la prelazione su M5, perché le Ferrovie potessero mettere un piede dentro. Il secondo è stato far capire al DG di Atm che un cambio radicale nei suoi orizzonti lavorativi sarebbe stato grandemente apprezzato. Il DG si è dimesso nei giorni scorsi. Siccome l’elefante si mangia a pezzi, a Palazzo Marino non vedremo mai una delibera che dice “signori, si vende”, ma nel corso del quinquennio quello sarà l’obiettivo. D’altronde, che cosa ci si aspettava da Sala? Beppe è, fondamentalmente, una figura mista: mezzo esecutore, mezzo liquidatore. Doveva liquidare la disastrosa giunta Pisapia e, soprattutto, doveva normalizzare Milano. Atm serve a Trenitalia per andare a fare gare in Europa per il trasporto pubblico. Quindi Milano deve fare da cavia. Il fatto che qualcuno nella maggioranza protesti è largamente irrilevante. Prima verranno blanditi, poi eliminati politicamente. Tanto nella sinistra Milanese prevarrà, come sempre, lo spirito di corpo sulla voglia di coerenza e sull’esigenza di libertà. E l’esempio principe lo si avrà sul trasporto, propriamente inteso.

Tutto è iniziato con il commosso ricordo di Monguzzi, padre, che viaggiava solo in un tram vuoto nella nebbiosa notte Milanese. Insegnando a Monguzzi, figlio, la gioia di sprecare denaro pubblico nella ferrea certezza che un autobus vuoto potrà essere un’assurdità economica, ma garantisce libertà. Quindi è un presidio ideale del socialismo. Il consigliere PD, memore del monito paterno, ha quindi messo su una battaglia contro il piano di tagli di corse di mezzi pubblici voluto da Sala. Io, devo dire, un po’ mi immedesimo. Queste battaglie, sull’altro fronte, sono sempre state anche le mie. Io ho gioito quando il sindaco Leghista Padovano è caduto, dopo aver penalizzato il libero commercio, solo per colpire i Kebab. Fateci caso: il Sindaco di Padova è caduto. Forza Italia lo ha sfiduciato. Prima di cacciare i due eroi che avevano anteposto l’ideale alla poltrona. Perché a destra siamo fatti così. Un tempo lo erano anche a sinistra. Oggi si accettano scommesse su come reagirà Monguzzi alla sconfitta della sua crociata. Io penso che tornerà nei ranghi. In silenzio.

L’ultimo punto è la sicurezza. La Rozza, pur con tutti i limiti della propria coalizione, sta facendo discretamente bene, per ora. Sala ha richiesto i soldati. Ed ha iniziato, con precisione notevole, a smantellare la Milano Arancione. Attendiamo fiduciosi di sapere cosa farà Pisapia. Anche qui, niente mi pare la risposta più probabile.

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