Milano 6 Aprile – Si fermavano al bar ben oltre il tempo consentito, per leggere il giornale, giocare alle slot machine o controllare i numeri del Lotto. Le loro pause di lavoro arrivavano a durare anche 36 minuti, contro i 10 previsti dal contratto. Poi, per portare a termine le mansioni, chiedevano gli straordinari. Tre operatori ecologici di «Aemme Linea Ambiente», società partecipata a maggioranza dal Comune di Legnano che si occupa di raccolta rifiuti e pulizia delle strade in città e in alcuni comuni limitrofi, sono stati sospesi dal lavoro per 10 giorni. E per altri otto netturbini è scattato il provvedimento disciplinare. In totale, gli undici dipendenti avevano totalizzato 1875 minuti di straordinario contro i 1200 stimati dall’azienda come necessari per le stesse mansioni. L’indagine da parte dell’azienda è cominciata il 13 febbraio, dopo numerose segnalazioni da parte dei residenti, ma anche di alcuni amministratori comunali e delle polizie locali, insospettiti dal comportamento di un gruppo di operatori ecologici – sempre gli stessi -che si fermavano nei bar della zona con indosso la divisa e, invece di trattenersi solo per un caffè, passavano una media di 29 minuti seduti ai tavoli o a giocare alle slot. Non era difficile riconoscerli: indossavano una vistosa divisa arancione e gli automezzi per la raccolta dei rifiuti erano parcheggiati a poca distanza. Le indagini «La giornata di lavoro dura 6 ore e venti minuti e prevede da contratto una pausa di 10 minuti ha precisato l’azienda – Qualche minuto di tolleranza c’è sempre, ma in questi casi il comportamento era reiterato». Per verificare le segnalazioni, Aemme si è affidata a un servizio di investigazioni private e le indagini sono durate fino al 3 marzo. Ciò ha permesso la raccolta di materiale fotografico e filmati inequivocabili, che ritraevano gli operatori al bar. Uno di loro, in un totale di 10 controlli, aveva raggiunto 291 minuti di pausa, 191 in più rispetto a quelli che gli spettavano per contratto e poi aveva poi richiesto 450 minuti di straordinario, proprio come aveva fatto un altro collega. Alla conclusione dell’indagine, l’azienda ha esaminato tutte le posizioni e ha aperto i procedimenti disciplinari. Per tre casi più gravi si è arrivata alla sospensione, che ora si è conclusa e i netturbini sono tornati al lavoro. In un primo momento, la direzione propendeva per il licenziamento dei dipendenti «infedeli». Questi ultimi, però, hanno ammesso le proprie responsabilità e l’Aemme ha scelto la linea morbida, «dopo una riflessione su cosa avrebbe potuto significare per loro la perdita del posto di lavoro in questo momento storico». (Corriere)
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