Milano 8 Aprile – È solo il primo di una serie, che si prospetta molto lunga, il collasso della maggioranza che si è verificato in occasione dell’elezione del nuovo presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato. Ora c’è il rimpallo di responsabilità tra i renziani che accusano gli antirenziani interni ed esterni del Partito Democratico di aver ordito un tranello per colpire l’ex Premier e questi ultimi che replicano sostenendo che si è trattato di un incidente provocato ad arte da Matteo Renzi per avere il pretesto di dare una spallata al Governo e saggiarne la resistenza in vista di un ricorso a breve alle elezioni anticipate.
Ma chi abbia ragione e chi torto in questa vicenda interessa molto poco. Quanto è avvenuto è la conferma che l’area di maggioranza è frantumata in maniera irreparabile, che in un quadro del genere solo un miracolo consentirà a Paolo Gentiloni di arrivare fino alla primavera del 2018 e che, in un’incertezza così assoluta, la preoccupazione principale di tutte le forze politiche sarà quella di conservare il modello proporzionalista della legge elettorale e quella che viene considerata dai capi-partito l’eredità più preziosa dell’Italicum, cioè le liste bloccate.
La frantumazione irreversibile della maggioranza impedisce qualsiasi ipotesi di riesumazione in chiave maggioritaria della legge elettorale. Come pensare di poter rimettere in piedi il Mattarellum, il Porcellum o l’Italicum, tutti sistemi maggioritari, quando non esiste alcuna maggioranza in grado di dare vita a una coalizione elettorale? Esiste una sola persona provvista di un qualche buon senso disposta a sostenere che renziani e scissionisti dem sarebbero pronti a presentarsi insieme alle prossime elezioni?
Senza possibile coalizione di maggioranza non si può varare una legge elettorale maggioritaria. Questa imprescindibile condizione politica rende inevitabile il proporzionale, eventualmente corretto e necessariamente adeguato alla necessità di uniformare in qualche modo i sistemi elettorali di Camera e Senato.
Al tempo stesso questa inevitabilità rende fatale la conferma delle liste bloccate. Quale leader di partito sarà mai disposto a rinunciare ad inserire nelle liste elettorali le persone di più stretta fiducia e quelle che a loro parere offrono le massime garanzie di lealtà e di obbedienza? Naturalmente nessuno osa riconoscere apertamente questa banalità. Ma è facile presumere che tutto il travaglio di maggioranza e tutte le discussioni sulla futura legge elettorale porteranno a un traguardo scontato: proporzionale e liste bloccate!
Arturo Diaconale (L’Opinione)
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