Milano 14 Aprile – Sala e Milano, la sua Milano. Sempre vista con gli occhi di un’eterna Expo da esibire, da proiettare in mondi di fattibilità tutta da dimostrare, sempre promessa senza alcun senso della realtà. A prescindere dai milanesi. Perché, a conti fatti, è molto facile andare all’estero e prefigurare che tra pochi anni dall’aeroporto di Linate si raggiungerà piazza Duomo in 14 minuti di metrò, che all’area Expo nascerà una cittadella della ricerca scientifica dell’Università Statale e che i Navigli verranno scoperchiati creando fascino in una città diventata turisticamente molto appetibile per le varie rassegne di Moda, di design e di food, ma il come, il quando, un eventuale studio di priorità e il prezzo per i residenti, non vengono considerati. E i problemi, i tempi e l’opportunità per la realizzazione dei progetti, non sfiorano il senso della grandeur innata del Sindaco Sala.
Sala e una Milano di cui pavoneggiarsi, da imbellettare come fosse una cocotte da salotto buono. Una Milano che celebra il suo dinamismo imprenditoriale che certamente non si può attribuire alla gestione della Giunta, ma di cui Sala impunemente si fa vanto.
Sala ha sbagliato mestiere e doveva fare l’imbonitore all’estero di un marchio che si chiama Milano, ma fare il Sindaco è altra cosa. E non basta rispondere a qualche telefonata per dimostrare di essere un gran simpaticone vicino alla gente. Non basta mettere on line un questionario per rifare il piano urbanistico, ammettendo implicitamente che quello di Pisapia è una schifezza. Non basta andare, appena eletto, in Giambellino per farsi fotografare. Non basta promettere che con i soldi ipotetici del governo, ricucirà una periferia disastrata. Non basta invitare Renzo Piano, idealmente bravo a “ricucire” la periferia con la città quasi fosse una calza smagliata. Non basta promettere record di matrimoni gay per affermare una sensibilità nei confronti dei diritti degli emarginati. Non basta fare marce per l’accoglienza con Majorino per risolvere l’ondata dei migranti che ciondolano in ogni dove. Non basta…e le criticità sono infinite, lunghe da elencare
L’Expo è finita, caro Sala. Oggi è tempo di condividere con i milanesi la silenziosa sofferenza di chi vive in difficoltà, di chi vorrebbe andare sicuro per strada e ai giardinetti, di chi vorrebbe sentire un Sindaco partecipe dei suoi problemi.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano