Milano 18 Aprile – Premessa: il 25 Aprile ormai sta degenerando. Dovrebbe essere la festa fondativa della Repubblica, ma ormai è diventato un indegno circo, dirottato da certa Sinistra a proprio parco giochi di ideologie ormai rifiutate dalla storia. E l’intera giornata, soprattutto a Milano, sta lentamente scivolando via dalle sicure rive della rievocazione di fatti storici per prendere il largo in un mare di follia. Quest’anno le polemiche, giustamente sollevate dai rappresentanti della Comunità Ebraica, hanno toccato la rumorosa presenza di un gruppo filopalestinese che ha minacciato contestazioni. No, la cosa non è nuova. La novità è che il gruppo, BDS, è un insieme di attivisti che vogliono boicottare gli imprenditori ed i prodotti Israeliani. Ah. Cioè, ricapitoliamo. Un gruppo di estremisti, che vogliono boicottare imprenditori Ebraici, simpatizzanti Palestinesi (cioè i discendenti spirituali di quel Muftì di Gerusalemme storico alleato di Hitler), chiede di escludere da una importante manifestazione civile degli Ebrei. In quanto Ebrei. Spettacolare. Poi cosa faremo? Escluderemo l’Anpi in quanto banditi, gli omosessuali in quanto deviati, i testimoni di Geova perché pacifisti? E cominceremo a chiamare il 25 Aprile giornata dell’Eterogenesi dei Fini? Per fortuna i vertici dell’Anpi sono intervenuti ed hanno garantito la partecipazione. Proponendo un cordone. Attorno alla Brigata. Un cordone. Che li separasse dal resto del corteo. Le intenzioni sono nobili e probabilmente questo è l’unico modo per salvare capra e cavoli. Ma diamine, solo a me viene in mente subito la parola ghetto? Davvero, ripeto, nonostante l’assoluta buonafede degli organizzatori, ma l’intera situazione è umiliante. Che ci fanno i filopalestinesi alla manifestazione? Cosa c’entrano? Se domani i vegani volessero partecipare contro l’”olocausto animale” gli sarebbe pacificamente consentito? Accetteremmo che una giornata civilmente importante, fondante appunto, fosse ulteriormente snaturata? Oppure sentiremmo levarsi voci ferite delle prefiche a comando? Perché ora, qui, tacciono? Perché non leggiamo campagne in difesa di un corpo, la Brigata Ebraica, che riassume la volontà di un popolo di reagire, di non farsi estirpare, di combattere, di vincere sul male? Forse perché la mala pianta dell’antisemitismo è ancora forte, velenosa e rigogliosa, avendo solo cambiato il colore delle foglie? Passando dal nero delle teste di morto al rosso dei centri sociali pro Palestinesi?
Forse, e lo dico con estrema amarezza, c’è meno ipocrisia nella manifestazione di Casa Pound (anche loro filopalestinesi, tra l’altro) che saranno al Campo 25 a celebrare i camerati morti nella guerra civile. Il peccato, atroce, è il medesimo. Ed almeno qui manca l’ipocrisia della distizione fra antisemitismo, antisionismo ed odio per lo Stato di Israele. Io spero, e prego, che un giorno, finalmente, il 25 Aprile venga rilasciata e ritorni una festa nazionale. Fino a quel giorno, temo, la Brigata Ebraica dovrà sopportare la stupidità dei centri sociali. Come tutti noi, del resto.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,