Milano 28 Aprile – 28 anni per Carminati. Tanto ha richiesto il pm per Carminati, ritenuto il capo della mafia più pazza del mondo. Un’associazione a delinquere di stampo mafioso che non ha fatto un solo morto. Non un attentato, non un gambizzato. Tanti soldi che il sistema cooperativo spartiva. Cosa che, altrove, pare del tutto legale e sistematizzata. A Roma, invece, tutto diventa palude, appena scesi dai colli più alti. E là, nell’acquitrino, si muovono i dannati di Centocelle. I nomi illustri hanno già preso cappello e se ne sono andati verso lidi meno burrascosi. Loro non sono mafiosi. Loro saranno Buzzi ed amici? Io non lo so, non sono un giudice e non ho letto le carte. Ma sono Veneto ed è dall’epilogo della vicenda della mala del Brenta che ho qualche dubbio sulle definizioni creative di mafia. Faccio notare, cursoriamente, che il massimo periodo di detenzione scontabile è di anni 30. quindi 28 o ergastolo (solo a livello temporale) sono pressochè lo stesso. Quindi se il Cecato e Buzzi i pubblici ufficiali li avessero scannati, invece che corromperli, li avessero scannati non sarebbe andata loro molto peggio.
“Gli appalti della pubblica amministrazione sono stati gestiti come fette di una caciotta, un qualcosa da spartire e non certo facendo attenzione al bene comune”. Aveva detto il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nel corso della requisitoria. Parlando della gestione delle gare pubbliche il magistrato ha aggiunto che “in questa storia, in nome dell’emergenza si è passati troppe volte sopra le regole”. Questo riporta La Repubblica, formato digitale.
Il Bene Comune, intanto, non esiste. È una comoda locuzione che serve quando i soldi che ti hanno rapinato non vanno dove vorresti tu. E se anche esistesse, il Bene Comune, non si servirebbe certo con gli appalti delle Coop. In ogni caso, la sensazione che mi rimane, prima del verdetto, è che questo sia stato un processo politico, uno di quelli che avrebbe dovuto portare alla palingenesi della palude Romana, sopravvissuto a se stesso, ed ormai condannato ad essere parodia. In cui, non essendoci mandanti illustri, si deve creare un’epopea che spieghi perché c’è un uomo che, in questa vicenda, senza uccidere o favorire l’uccisione di nessuno, è al 41 bis. Un uomo che, avendo perfettamente capito quanto ridicolo sia tutto, ormai ci prende in giro tutti professandosi fascista fuori tempo massimo, dopo aver campato sull’accoglienza degli immigrati. Signori, siamo seri. Saranno colpevoli? Se lo sono, lo sono di corruzione. Sono dei corruttori in un sistema che ha elevato ad arte lo scambio di favori. Basta. Se colpevoli, condannateli per questo e finitela qui. Per il bene di tutti. Lasciamo perdere improbabili mafie pacifiste, reti di connivenze non provabili e tutto il circo persecutorio che è stato montato fin qua.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,