I Romani e la città – Milano, dalle mille fonti d’acqua

Milano

Milano 1 Maggio – Poiché Milano è situata al centro di varie risorgive, fin dal suo inizio il territorio era ricchissimo d’acqua. Gli antichi romani, grandi consumatori d’acqua, quando conquistarono Mediolanum, com’essi chiamavano la città, non dovettero costruire un acquedotto per rifornirsi del prezioso elemento che era anzi fin troppo onnipresente e abbondante: sfruttarono la loro abilità nell’arte idraulica per regolarne il flusso. Abituati alla disciplina, i romani la imposero anche ai corsi d’acqua lombardi; non li lasciarono in balia del capriccio della natura, ma li deviarono secondo un piano preordinato: da una parte si prosciugavano i terreni, dall’altra si utilizzavano le acque raccolte per irrigare. La Vettabbia ne fu un esempio: il canale fu realizzato per l’evacuazione delle acque, ma saggiamente fu sfruttato anche per l’irrigazione dei terreni e per la navigazione. Tutti i corsi d’acqua confluivano in quel canale collocato nella zona meridionale della città.

naviglio5Anche al fiume Olona fecero abbandonare l’alveo naturale per uno nuovo che raggiungeva, da ovest, la parte meridionale della città, riversandosi nella Vettabbia. Alcuni storici narrano che per mezzo di questo canale, che sfociava nel Lambro a Melegnano, si potesse discendere il Po fino al mare. Già a quel tempo, Milano aveva quindi un porto capace di metterla in comunicazione con il mare Adriatico. Secondo alcuni studiosi questo porto era situato nei pressi dell’attuale via Larga. In quel tempo, e fino all’avvento della ferrovia, il modo migliore per trasportare le merci pesanti era l’utilizzo delle vie d’acqua. I carri di legno trainati da cavalli o da buoi che percorrevano le strade dissestate dell’epoca, infatti, potevano sopportare solo carichi di pochi quintali. Non stupisce che Milano, dedita da sempre al commercio, abbia cercato dunque di porre rimedio a questo svantaggio sin dall’epoca romana. Si suppone che i romani, amanti delle terme, abbiano anche modificato a beneficio delle proprie abitudini il corso del Seveso con due derivazioni: i Sevesetti. Una scorreva lungo il corso Venezia (chiamata in seguito Acqualunga), e portava l’acqua fino al centro della città servendo le Terme Erculee; l’altra era collocata in zona S. Marco per alimentare un antico fossato.

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Michela PuglieseMichela Pugliese

Per approfondire l’argomento: saggio storico “All’ombra del castello” di Michela Pugliese.

Sito:  gocciadinchiostro.wordpress.com

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