MIlano 7 Maggio – La storia vera e propria dei navigli iniziò nel 1152, quando un ingegnere militare genovese al servizio di Milano, fece costruire un canale che si estendeva da Abbiategrasso a Landriano, sul fiume Lambro. Lo scopo era di difendere Milano dalle incursioni dei pavesi, eterni nemici della città. Nel 1156, con lo scopo di difendersi dall‟attacco del Barbarossa, lo stesso ingegnere fece ingrandire un fossato e con la terra ricavata dallo scavo si costruirono i bastioni, o terraggi, a difesa della città (così chiamati in quanto realizzati con la semplice terra). Il vallo circolare, lungo e continuo, infine fu allagato per renderlo inguadabile soprattutto grazie alle acque provenienti dall‟Olona. Nasceva così il primo abbozzo della „Cerchia dei Navigli‟.
Distrutti dal Barbarossa, fossa e cinta furono ricostruiti nel 1171. Nello stesso anno fu costruita una chiusa fra Porta Ticinese e la Pusterla (porta secondaria) di S. Eufemia per regolare l’acqua nella fossa e controllarne il deflusso nella Vettabbia. Nel 1179 si realizzò il primo importante lavoro deviando gran parte dell‟acqua del fiume Ticino grazie allo scavo di un lungo canale che partiva da Tornavento: si diede così vita al Ticinello nei pressi di Abbiategrasso. Questi lavori, che al momento della loro realizzazione miravano soprattutto a favorire l‟agricoltura, si rivelarono in seguito fondamentali per la navigazione e per la lotta contro l‟impero. Verso il 1211 i lavori del Ticinello furono ripresi e si realizzò il tratto che va da Abbiategrasso a Gaggiano. Infine il podestà Benozzo de‟ Gozzadini fece prolungare il Ticinello fino a Milano, e precisamente fino al laghetto artificiale di Sant‟Eustorgio (precursore della Darsena). Il fossato fatto costruire da Benozzo de‟ Gozzadini, lungo decine di chilometri, era costato parecchio denaro ed egli, per finanziarlo, aveva aumentato le tasse. Naturalmente ne erano derivati in cambio anche parecchi posti di lavoro e grandi vantaggi per l‟economia della città; ma si sa, la gente tende a ricordare solo il lato peggiore delle cose. Sembra che furono i nobili, quelli più restii a pagare le tasse, che intrapresero un‟intensa campagna volta a screditare Gozzadini. Tale campagna ebbe la sua triste conclusione il 27 novembre 1257 quando il podestà convocò un consiglio in vista della scadenza del suo mandato. Era intenzionato a chiudere la sua amministrazione senza farla gravare su quella successiva e pensava di discutere la suddivisione delle tasse restanti. Poiché né nobili né clero furono esentati, il popolo inferocito fu ben manovrato contro il podestà che fu prelevato, ucciso e infine gettato nel Naviglio che lui stesso aveva fatto costruire. “Eppure il Naviglio stava lì, a parlare in suo favore”, scrive il Garobbio.
Nel 1271 il Ticinello, divenuto Naviglio Grande, fu reso navigabile e permise alle barche di arrivare al laghetto di Sant’Eustorgio, allora fuori porta Ticinese. I benefici apportati furono notevoli. Per quanto riguarda l‟altra grande opera milanese sopra menzionata, il fossato interno scavato parallelo alle mura difensive come protezione contro l‟esercito del Barbarossa, nel 1288 Bonvesin de la Riva scrisse: „Un fossato di sorprendente bellezza e larghezza circonda questa città da ogni parte, e contiene non una palude o uno stagno putrido, ma l’acqua viva delle fonti, popolata di pesci e di gamberi. Esso corre tra un terrapieno all’interno e un mirabile muro all’esterno‟. In quanto al Naviglio Pavese, la sua costruzione fu voluta dai Visconti con lo scopo di raggiungere i loro possedimenti nel pavese. Si tentò un primo collegamento via acqua di Milano con Pavia solo nel 1359 mediante un canale, ma a causa delle difficoltà dovute al forte dislivello, non servì alla navigazione e fu denominato Navigliaccio. I lavori furono ripresi sotto la dominazione spagnola.
Per approfondire l‟argomento: saggio storico “All‟ombra del castello” di Michela Pugliese.
Sito : gocciadinchiostro.wordpress.
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