Se un immigrato è violento, guai a dirlo

Milano

Milano 11 Maggio – La grande inquisizione di Facebook ha tanti, piccoli, volontari carnefici. L’ha scoperto anche Salvatore Aranzulla, suo malgrado. Il ragazzo è un produttore di guide su come risolvere tanti piccoli problemi quotidiani di tecnologia, è un imprenditore ventiseienne che ha creato un business milionario. Non è l’ultimo dei fessi e non mi risulta sia un militante di destra. Dopo un’aggressione sul tram ha la malaugurata idea di dire quello che pensiamo in molti:

Tram 9, Milano. 12:52, pieno giorno. A un paio di fermate dalla Stazione Centrale, una persona di colore, di quelle che salviamo dalla guerra, fuori di sé, probabilmente ubriaca o sotto effetto di stupefacenti, ha iniziato ad urlarmi contro ed ha cercato di aggredirmi sul tram 9.

Sono scappato dal tram 9 ed entrato dentro il Palazzo della Regione Lombardia per chiamare il 112 (gentilissimi e rapidi). Sono un po’ spaventato, ma sto bene. Ma forse una riflessione più generale va fatta….

Purtroppo per lui non aveva calcolato il fatto che la madre degli imbecilli politicamente corretti ha una vasta prole con assai poco da fare nella vita. Così si è beccato la solita sfilza di commenti irritati dal fatto che avrebbe commesso il reato social di lesa maestà al migrante. No, non puoi dire che il tuo aggressore fosse nero. No, nemmeno accennarlo. No, neppure fare amara ironia. Tra l’altro visto il posto in cui è avvenuta l’aggressione (un tram davanti alla Stazione Centrale) probabilisticamente non aveva nemmeno torto. Ovviamente poteva trattarsi di un regolare immigrato, ma statisticamente la sua lettura è corretta. Eh, ma come fa notare qualcuno, non ha posto abbastanza l’accento sul fatto che anche gli Italiani bevono e si drogano. Tranquillo Salvatore, se lo avessi fatto se la sarebbero presa con te perché aggrediscono anche quelli che non si drogano. E che sei un retrivo e bigotto conservatore. In questo paese è lecito lamentarsi solo quando ti aggredisce Casa Pound. Quindi il nostro ha dovuto ricorrere ad un PS riparatore:

P.S. Vorrei chiarire a scanso di equivoci, dopo aver visto alcuni commenti: io sono per accogliere qualsiasi persona di qualunque razza o credo religioso, allo stesso tempo credo che sia nostro diritto andare a spasso per le nostre città senza paura di incorrere in questi inconvenienti.

Vabbeh, gli si può dare torto? Io non credo. D’altronde dire “a me non importa nulla di quale colore fosse la sua pelle, ma se non importiamo altri derelitti forse è meglio” sarebbe stato commercialmente suicida. Quindi non possiamo pretendere troppo. Nemmeno, tra le altre cose, che i politicamente corretti la finiscano di ammorbarci con le loro inutili fobie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.