L’esercito americano e il progetto per rendere l’uomo super-intelligente

Scienza e Salute

Milano 21 Maggio – Entro cinque anni, la DARPA potrebbe sviluppare dispositivi che permetteranno di imparare una nuova lingua in poche ore, migliorare le abilità di tiro e molto altro ancora.
Se vi preoccupa la possibilità che i computer conquistino nel giro di una decina d’anni un’intelligenza di tipo umano (come previsto da alcuni esperti), potrebbe allora rassicurarvi sapere che la DARPA (l’agenzia per i progetti avanzati della difesa USA) sta studiando come rendere l’uomo super-intelligente e capace di apprendere in tempi rapidissimi nuove abilità (da sfruttare però in campo militare).

È con questo obiettivo che l’agenzia governativa ha creato, in collaborazione con sette istituti di ricerca universitari sparsi per gli Stati Uniti, il programma Targeted Neuroplasticity Training (addestramento neuroplastico mirato), che sperimenterà gli effetti sull’apprendimento della stimolazione elettrica dei nervi cranici. “Il programma punta a scoprire i segreti dei processi che regolano le funzioni cognitive con cui impariamo”, ha spiegato il responsabile del progetto Doug Weber a Gizmodo . “Nonostante si stia iniziando a capire in che modo i nervi cranici siano collegati, sappiamo molto poco sugli effetti che la neurostimolazione può avere sulle loro funzioni”.
Il team della John Hopkins University di Baltimora, per esempio, sta lavorando sull’apprendimento del linguaggio attraverso la stimolazione elettrica del nervo vago , grazie alla quale potrebbe essere possibile imparare una nuova lingua nel giro di poche settimane. Recenti studi hanno infatti ipotizzato che stimolando alcuni nervi cranici – e innescando il rilascio di sostanze neurochimiche che rafforzano le connessioni neurali coinvolte nelle fasi di apprendimento – possa aumentare la velocità con cui impariamo un’abilità o una materia. Semplificando al massimo: se si scoprisse esattamente in che modo il nostro cervello impara, la stimolazione elettrica potrebbe velocizzare la creazione dei collegamenti cerebrali coinvolti, consentendoci di apprendere in tempi più rapidi.
Nel caso del linguaggio, l’apprendimento rapido permetterebbe ai militari di imparare una nuova lingua prima di partire per una missione in un paese straniero, facilitando così le comunicazioni con la popolazione del luogo. Ovviamente, le applicazioni potenziali sono molto numerose: all’università della Florida stanno studiando come la stimolazione elettrica, anche in questo caso del nervo vago, possa incidere sulla capacità di prendere decisioni critiche in tempi rapidi o migliorare la navigazione spaziale (intesa come l’abilità di creare una mappa mentale dell’area in cui ci si sta muovendo); mentre l’équipe dell’università dell’Arizona è al lavoro sul nervo trigemino – coinvolto nelle funzioni motorie, visuali e sensoriali – per capire come incrementare l’abilità dei militari nei compiti di intelligence, sorveglianza e abilità di tiro.

Nonostante l’obiettivo sia quello di creare una sorta di super-soldato, la DARPA ha garantito che eventuali scoperte saranno messe al servizio della collettività: sia per quanto riguarda la cura delle malattie (già oggi ci sono molti esperimenti in corso sugli effetti della stimolazione cerebrale nella cura del Parkinson, della depressione e dell’epilessia), sia per incrementare le capacità di apprendimento anche a scopi civili (basti pensare alle possibili applicazioni nel mondo scolastico).
Stando alle previsioni della DARPA, nel giro di cinque anni potrebbe essere pronto un primo dispositivo-prototipo per la stimolazione elettrica; se la fase sperimentale dovesse avere successo, è possibile immaginare che un domani ognuno di noi possa acquistare per poche centinaia di dollari uno stimolatore cerebrale per potenziare le proprie capacità. Ma che questo progetto possa portare risultati concreti, per il momento, è ancora tutto da dimostrare.
Andrea Signorelli ( LaStampa )

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