Ted Malloch: «Vi hanno lasciati soli a difendere i confini del continente» Sull’Europa dice: «Se non invertite la rotta, arriverà l’invasione. E cambierà tutto»
Milano 27 Maggio – Svegliamoci, perché non siamo gli ultimi della classe, ma solo i più fessi. Quelli che lottano da soli contro un’ondata migratoria senza precedenti, nel disinteresse di un’ Europa che esiste solo come entità monetaria. Ma l’euro, a sua volta, «è una moneta che riflette una scelta politica» astratta, e non un’economia reale.
Parlare con Ted Malloch, 64 anni, consulente di Donald Trump ed esperto di geopolitica, è una boccata d’aria fresca. In un’ora e mezza di chiacchierata a pochi passi dall’ambasciata Usa di via Veneto, Malloch colpisce per come guarda all’Italia come a un non problema. Insomma, non i soliti somarelli dietro la lavagna della Merkel o del primo finlandese che passa, ma una nazione che si sta facendo beffare sul fronte dell’immigrazione. Dove dobbiamo essere più duri.
Non è un caso che in questo breve soggiorno italiano il professore di stanza in Gran Bretagna alla Reading university abbia incontrato Matteo Salvini. Mentre ieri pomeriggio ha partecipato alla Camera a un convegno sui rapporti atlantici, organizzato dal centro studi Machiavelli, neonato think tank animato dall’onorevole Guglielmo Picchi
Professore, pronto per Bruxelles? «Con il cambio di presidenza, ci sono circa 4.000 incarichi da assegnare. Sono stato esami dal team di Trump per una serie di posizioni già prima di Natale e tra queste c’è anche il ruolodi ambasciatore all’Ue».
Ci sono novità, dopo le polemiche seguite alle sue critiche della moneta unica? «Nella prima settimana di giugno sarò a Washington per nuovi colloqui alla Casa Bianca ».
Da quanto conosce Trump? «Da 20 anni. L’ho conosciuto in occasione di una delle sue iniziative filantropiche. Come esperto di geopolitica, ho dato il mio contributo alla sua campagna ».
Lei a gennaio ha detto in un’intervista che l’euro è più o meno da buttare. «Parlando con la Bbc , ho spiegato che entro la metà del 2018, alla luce di tutti gli importanti appuntamenti elettorali in nazioni come la Francia, la Germania e l’Italia, l’euro rischia di essere sottoposto a una gravissima crisi. Mi sembra un approccio non certo ideologico, ma fattuale».
Ok, ma lei che ne pensa? «Sull’euro sono d’accordo con un economista schierato a sinistra come Joseph Stiglitz»
Il quale, da premio Nobel, ha spiegato più volte che è stato un errore. «Il problema dell’euro è che si tratta di una moneta che non ha dietro un’economia, ma un’idea politica. Una moneta deve avere alle spalle un’economia compatta, non una ventina di livelli di sviluppo economico diversi».
Bruxelles tiene in scacco l’ltalia con il nostro debito pubblico, arrivato a oltre 2,2 miliardi di euro e con un peso pari a oltre iI 160%del Pil. «Il debito pubblico quando è così elevato dev’essere riportato sotto controllo. Ma attenzione all’austerity. Un debito, in sé, non è né alto né basso, dev’essere solo sostenibile, secondo i normali criteri stabiliti dalle agenzie di rating»
E come si riduce iI debito? «Con la crescita. Il budget appena presentato da Trump prevede tassi di sviluppo del 3,5-4%. E poi meno regole e burocrazia inutili e meno deficit di bilancio».
Cioè, anche meno Stato? «Ma certo. È proprio stupida l’idea che lo Stato debba pensare a tutto. I cittadini e le comunità locali devono sentirsi più responsabili e alla politica nazionale devono rimanere solo le grandi scelte, secondo il principio di sussidiarietà. Costa meno e funziona meglio ».
Per sussidiarietà intende anche quella tra pubblico e privato? «Assolutamente sì. Tutto ciò che i privati possono fare, lo fanno sicuramente meglio. Nessuno di noi vorrebbe che lo Stato gli dicesse come educare i propri figli, no? »
Ieri ha incontrato Armando Siri, che da anni si batte per la flat tax aI15%,tema caro alla Lega Nord. Che ne pensa? «Mi ha letteralmente eccitato sapere che anche in Italia si parli della fiat tax al 15%. Trump è favorevole all’aliquota unica. Del resto è un’idea presente nel programma repubblicano da vent’anni».
Intanto l’Italia è invasa dai barconi. Bisogna accogliere tutti? «No, proprio no. Il modello che dovreste seguire è quello del Canada o dell’Australia. L’Italia dovrebbe scegliere ogni singolo immigrato in base al suo curriculum e alle sue competenze. Vi servono ingegneri chimici? Chiamate ingegneri chimici, possibilmente i migliori. Solo che per fare questo ci vogliono confini sicuri».
I nostri sono segnati sull’acqua. «Appunto. Allora, per prima cosa bisogna mettere in sicurezza i confini, poi si scelgono gli immigrati e infine li si controlla dal punto di vista della sicurezza nazionale».
In Italia legare il tema dell’immigrazione a quello della lotta al terrorismo jihadista è ritenuto politicamente scorretto. «No,guardi, è assolutamente legittimo. Ci sono state già parecchi casi di terroristi, o aspiranti tali, che sono partiti da Paesi islamici con il progetto di fare attentati in Occidente. E allora, insisto: di ogni immigrato dobbiamo sapere chi è, da che famiglia viene, che affiliazioni ha, che precedenti ha. E poi anche questa storia dei rifugiati politici..»
Non la convince. Troppi? «I rifugiati veri sono pochi. E i migranti economici vanno salvati, ma poi rimandati a casa. Se non s’inverte la tendenza, l’Europa è candidata a vedersi arrivare un miliardo di immigrati nei prossimi anni. E questo cambierà la faccia dell’Europa».
L’Italia comunque qualcosa fa, o no? «Sì, ma ho la sensazione che l’Europa vi abbia lasciati soli».
Il tema più scottante nei rapporti tra Usa e Italia è quello della spesa militare. L’Italia spende 1’1% del PiI, ma aveva promesso a Washington di salire almeno al 2%. «Gli Stati Uniti pagano il 70% del budget della Nato e questo è ingiusto nei confronti dei contribuenti americani. La Germania è all’1,3% e ha un’economia ben più forte della vostra, con un surplus commerciale rilevante. Trump vuole il mantenimento delle promesse europee adesso, non fra 30 anni. Voi però…»
Noi non abbiamo soldi. «L’Italia in realtà è la meno attaccabile su questo fronte. Posso dare un consiglio?»
Prego. «State combattendo l’immigrazione in Europa praticamente da soli e per farlo impiegate i vostri militari. E allora dovete farvi conteggiare questi costi come spesa militare anche ai fini Nato e magari scopriremo che a quel 2% siete già molto vicini»,
Francesco Bonazzi (La Verità)
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