Marzio Nava e la lotta per il decoro del Municipio 2

Milano

Milano 4 Giugno – Partiamo dall’inizio, ci parli un po’ di Lei: lavoro, formazione, passioni.

Mi sono laureato in Scienze Politiche con il prof. Ichino, poi ho preso un master, sempre con il grande giuslavorista. Il mio primo impiego è stato in Adecco ed ora lavoro come giornalista de Il Sole 24 Ore, dove curo i rapporti con il mondo del lavoro e del sindacato.

Come ha scelto di scendere in politica? 

La mia è una estrazione liberal socialista, mi sono iscritto al PSI a 17 anni, per cui milito fin dalla prima repubblica, da quasi 30 anni ormai. La mia prima elezione, nell’allora consiglio di Zona 2, è stata con la coalizione di socialisti e radicali nel 2006. Dopo un paio di anni, sono entrato nel gruppo misto.  Il motivo? Allergia alla sinistra, ai suoi diktat ed al suo escludere tutto ciò che non vede come proprio dalla vita pubblica. Alla fine del mandato mi sono candidato Pdl e sono stato ininterrottamente rieletto fino ad oggi.

Passioni, valori e militanza: quali sono le battaglie per cui si è impegnato di più?

Territorio, decoro e dignità del nostro municipio, partendo dalla concretezza. Per esempio dal mercato comunale di Gorla. Rimasto chiuso per sei anni, nell’indifferenza della sinistra, l’obiettivo è ridargli vita e restituirlo alla comunità. Bisogna riempire un vuoto, perché chiuso porta degrado, oltre ad essere molto visibile (dà proprio su viale Monza).

Siamo al primo giro di boa della Giunta del Municipio 2, ci può fare un bilancio di questa esperienza? Come la descriverebbe?

Siamo ancora fase di start up, i risultati  sono già oggi presenti e lo saranno ancora di più nei prossimi mesi nonostante le ristrettezze economiche a cui siamo sottoposti. Dalla cultura alla viabilità,  sempre all’interno delle competenze del municipio. Purtroppo viviamo una riforma a metà, una transizione incompiuta sia come struttura che come funzioni. Tutto è ancora insufficiente: risorse, competenze ed organici. Ci aspettiamo, speriamo e lottiamo perché questa fase si chiuda e se ne apra una migliore.

Parliamo della cultura: qual è stata la sua battaglia principale?

Non nascondere nulla. Non esiliare nulla. Restituire completezza e dignità alla Storia ed alle singole storie. Per la prima volta da anni abbiamo patrocinato due spettacoli sulle foibe, cosa mai fatta dalla sinistra. Abbiamo promosso un dibattito con le associazioni esuli, senza strumentalizzazioni politiche. Ma ho anche partecipato alle manifestazioni del 25 Aprile, sempre con una logica inclusiva: la Liberazione non è un’esclusiva di qualcuno. Tra i partigiani vi erano socialisti, liberali, monarchici ed azionisti. E non, come si impegna a far credere qualcuno, solo comunisti. In sostanza, tutta la mia opera è intesa ad un grande, vitale, obiettivo: superare il  monopolio culturale.

Guardando al futuro, c’è un progetto che considererebbe particolarmente suo?

Certo il valorizzare la Martesana. In particolare l’Ecomuseo. Ma non va dimenticata la Festa dei 4 municipi che si terrà tra Luglio e Settembre, nei territori di quelli che erano quattro entità territoriali distinte da Milano fino agli anni del fascismo, cioè: Greco, Gorla Precotto, Turro Villa San Giovanni e Crescenzago. Questo sarà il focus del prossimo anno, anche da un punto di vista ludico. Non dimentichiamoci che c’è anche un parco e quel parco andrebbe restituito ai cittadini, superando i problemi di decoro e sicurezza.

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