Milano 4 Giugno – Chi sono loro? Ce lo racconta un fotografo di Libero:
«Cosa sei venuto a fare? Non lo sai che questo è il loro territorio?». «Noi non riusciamo più a vivere in pace». Il tenore dei discorsi assumeva una certa piega: in quel momento, non riuscivo a biasimarli. Comprendo le parole proferite di getto, l’esasperazione di chi vive in trincea. Del resto, a differenza dei miei aggressori, questi signori non farebbero male a una mosca. Arrivata la polizia, sono salito sulla volante. Mentre osservavo il paesaggio dal finestrino pensavo che su cento persone presenti, cento cittadini musulmani, nessuno ha alzato un dito per aiutarmi. Non voglio incolpare un’intera religione, ma a Milano c’è un problema di integrazione, è evidente. Il consigliere di municipio Francesco Giani (LN) ha ben chiara la situazione: «San Siro è diventato da anni un ghetto abitato da immigrati, in cui gli stranieri sono i pochi residenti italiani rimasti. Le scuole del quartiere hanno il 75% degli alunni di origine straniera. Il problema non è solo la concentrazione di stranieri senza alcuna integrazione, ma l’occupazione abusiva delle case popolari, lo spaccio e la criminalità in generale. Ho parlato in Municipio 7 della situazione – conclude – e i consiglieri del Pd si sono messi a ridere. La stessa notte un giornalista di Libero è stato aggredito. La situazione in quel quartiere è fuori controllo e il Comune fa finta di non vedere». Dal canto suo Carmela Rozza (assessore alla Sicurezza del Comune di Milano) ha annunciato che da questo momento saranno intensificati i controlli in piazza Selinunte. Meglio tardi che mai.
Cappelli è un professionista serio, non è al suo primo servizio. Eppure nemmeno in guerra certe cose succedono. Bisogna essere a Milano, dopo sei anni di centrosinistra per godersele. Questa la cronaca del fatto:
Nel raccontarvi cosa mi è successo giovedì notte – in piazzale Selinunte a Milano – mentre svolgevo il mio lavoro di cronista dirò soltanto la verità, nient’altro che la verità, attenendomi ai fatti. Giovedì sera, intorno a mezzanotte, sono stato aggredito da tre ragazzi arabi. Dopo aver subito qualche percossa sono riuscito a divincolarmi, chiedendo aiuto a gran voce. Attorno a me soltanto musulmani, un centinaio di musulmani che ogni sera, in periodo di Ramadan, si riversano nelle strade e nelle piazze del quartiere, facendo bisboccia fino a tarda notte. Fortunatamente un gruppo di cinque anziani, italiani residenti in zona, hanno sentito le mie grida. Dopo avermi soccorso, hanno atteso assieme a me l’arrivo della polizia.
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