Boom di abusivi stranieri: allarme per il racket dei nordafricani
Milano 8 Giugno – A San Siro gli inquilini delle case popolari Aler preferiscono non abitare: troppo pericoloso. A rivelarlo è lo stesso presidente dell’Azienda Lombarda per l’edilizia residenziale pubblica, Angelo Sala (intervenuto in commissione Periferie ieri). «Una signora – afferma Sala -a cui era stato assegnato un appartamento in quella zona, dopo un mese ha preferito abbandonare l’alloggio». Delinquenza, degrado e un’alta percentuale di stranieri contribuiscono a generare un clima d’insicurezza in alcuni dei quartieri periferici di Milano.
Difatti, «oggi non si verifica più l’occupazione d’urgenza dell’italiano, gli abusivi sono in larga parte stranieri, tanto è vero che le richieste regolari per entrare in graduatoria da parte loro diminuiscono». Perché aspettare mesi, forse anni per un posto quando lo si può direttamente occupare? In via Civitali -a due passi da piazza Selinunte -«su 24 appartamenti, 14 occupanti provengono dallo stesso paesino d’Egitto». Per il presidente Aler non è un caso; si tratta di «vere e proprie bande criminali», agenzie immobiliari gestite dal racket che fanno arrivare gente dall’estero «perché a Milano troveranno la casa».
Veniamo ai numeri: oggi sono circa 3500 gli appartamenti occupati abusivamente, a fronte di una media di 2400 fino a qualche anno fa. La percentuale di morosità è al 35%, su 68mila alloggi Aler (quella colpevole si attesta al 20%). Una possibile soluzione sarebbe adottare la formula dell’assegnazione allo stato di fatto. Anziché attendere di avere i fondi necessari per ristrutturare un alloggio, Aler potrebbe riassegnarlo, dopo aver messo a norma gli impianti, e lasciare che sia l’inquilino a effettuare i lavori necessari, i cui costi verrebbero scomputati dall’affitto. La stessa formula potrebbe essere applicata ai 2200 alloggi vuoti e oggi non pronti per l’assegnazione.
La ricetta ideale prevede di incrementare la collaborazione con il Comune: «Abbiamo incontrato più volte l’assessore alla Sicurezza Carmela Rozza, abbiamo capito che ci sono situazioni delinquenziali e le vogliamo andare a colpire. Auspico la presenza dei vigili non più solo negli interventi che riguardano MM, ma anche il patrimonio Aler».
Sulla stessa linea l’assessore ai Lavori pubblici Rabaiotti: «È una questione di necessità oltre che di opportunità. È importante ed opportuno che queste due anime si parlino». Tra i quartieri più a rischio, Sala mette al primo posto San Siro, seguito da Lorenteggio e Corvetto. Per un controllo maggiore sul territorio l’Azienda lombarda intende creare sei «unità operative gestionali», che dovrebbero entrare in funzione entro il 2018.
Ciascuna delle filiali gestirà dai 10 ai 12mila alloggi e a ognuna di esse faranno riferimento dai due ai tre Municipi. Quattro saranno poste nel centro città (viale Romagna, via Newton, via Salemi e via Saponaro) più una nella periferia ovest (Rozzano) e nord-est (Sesto San Giovanni), per meglio gestire gli appartamenti dell’hinterland.
«Le altre filiali che già esistono rimarranno -assicura Sala -, ma le nuove avranno la possibilità di gestire tutte le operazioni che oggi gestisce solo la sede centrale ».
L’obiettivo è restringere l’ambito di controllo, per ottenere un maggior controllo in termini di recupero delle morosità. Nel breve periodo, il numero uno di Aler intende riproporre la figura del custode nelle palazzine popolari.
Con un’attenta selezione, è possibile trovare personale qualificato in grado di garantire una maggiore sicurezza nel palazzo.
Andrea E. Cappelli
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