Ricordando Antoni Gaudí, il genio che si ispirò alla natura per rivoluzionare l’architettura

Cultura e spettacolo

Milano 11 Giugno – Il 10 giugno del 1926 si spegneva Antoni Gaudí, l’architetto catalano che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento rivoluzionò  con i suoi progetti il modo di fare e intendere l’architettura. Ispirate alla natura, le sue creazioni sono caratterizzate da un utilizzo innovativo degli spazi e da una peculiarità decorativa che costituiscono uno stile unico e facilmente identificativo.

L’ARCHITETTO DI DIO – I suoi progetti più celebri sono infatti caratterizzati dal movimento plastico e ondulato delle forme, dall’accentuato cromatismo conferito dall’utilizzo dei rivestimenti in ceramica pittata e dall’utilizzo di elementi in ferro battuto per le decorazioni.  Considerato come il maggior esponente del modernismo catalano, Gaudí prese ispirazione per i suoi progetti dalla struttura geometrica delle piante e delle rocce. Da questa sua analisi derivò le sue linee strane e irrazionali: le opere della sua maturità artistica – da considerarsi compresa tra il 1890 e il 1914 – sorpresero per le soluzioni bizzarre e i colori vivaci; rendendo il suo stile immortale e inconfondibile.

LA MORTE – Il 7 giugno del 1926 fu investito da un tram (singolare il fatto che si trattasse del primo tram messo in circolazione nella città). I primi soccorritori lo credettero un povero vagabondo e lo trasportarono all’ospedale della Santa Croce, un ospizio per i mendicanti. Fu riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Família: morì il 10 giugno. Nonostante questa fine miserabile, al suo funerale parteciparono migliaia di persone. I barcellonesi lo soprannominarono ‘l’architetto di Dio’. È il suo corpo è sepolto nella cripta della suo opera più ambiziosa, la Sagrada Família. (Libreriamo)

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