Milano 16 Luglio – Un appassionato di serpenti acquista un vivace serpentello e lo ripone in un vecchio acquario inutilizzato, fornendolo di cibo e di tutte le possibili distrazioni. Poiché teme che di notte se ne vada in giro per la casa spaventando gli inquilini, primo fra tutti il cucciolo indifeso di gatto, sigilla la vasca con un coperchio. Non sapendo però di quanta aria necessita il rettile, pratica un foro in uno dei lati del contenitore. Il serpentello rivela un’indole curiosa e si accorge del foro; questo era più piccolo della circonferenza del suo corpicino, ma in qualche modo riesce a uscirne con la parte iniziale più stretta. Quando arriva però a estrarre la parte dello stomaco con la cena ancora non del tutto digerita, rimane bloccato: non riesce più né a uscire, né a entrare. Il poveretto si divincola come sanno fare solo i serpenti e non passa inosservato al felino gran cacciatore di casa. Il gattino si avvicina incuriosito per osservare meglio quella specie di mezza fune che si dimena: forse pensa a un gioco sistemato lì apposta per lui, oppure prevale semplicemente il suo istinto predatorio. Fatto sta, che il gattino inizia a tirare zampate contro il mezzo serpente come un pugile farebbe con il suo pallone da allenamento sospeso a mezz’aria. Il serpentello, sbattuto e dondolante a ogni colpo inferto, in principio rimane probabilmente solo un po’ stordito e cerca di rincasare nel plexiglass; ma poiché non c’è modo di disincastrarsi dal foro, a furia di menate e graffiate, il poverino rimane con l’estremità tutta martoriata che fuoriesce dalla vasca. Sarebbe sembrata una fune sfilacciata se non fosse stato per gli occhi e la lingua penzoloni. La parte intatta al riparo nella vasca divenne parte inutile di un cadavere. Al risveglio gli inquilini notano il disgustoso spettacolo e immaginano che sia opera degli artigli del gattino; ma essendo ancora un cucciolo, pensano di trovarlo traumatizzato a causa della lotta sostenuta per liberarsi dal rettile. Invece, poco lontano, trovano il gattino sereno e soddisfatto che si dedica alla consueta toelettatura mattutina. Il gattino se ne sta ripiegato su se stesso con le zampe posteriori divaricate e quelle anteriori a mezz’aria mentre con la linguetta si ripulisce la pancia. Quando si accorge che tutta la famiglia è presente al completo e lo osserva, smette di leccarsi ed esibisce due occhietti innocenti e la linguetta penzoloni tra le quattro zampe; e così rimane immobile per un bel pezzo, domandandosi perché mai lo stiano guardando con tanto disgusto e disapprovazione.
Dal libro ‘Dea di seduzione’ di Michela Pugliese
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