Lotta alle fake news o censura ?

Milano

Milano 24 Giugno – Succede che con garbo, ma determinazione, con una prosa quasi notarile, ma con l’efficacia della verità, un giornalista esponga dei fatti incontrovertibili che dovrebbero fare chiarezza e trasparenza e invece proprio i fatti descritti, vengano letteralmente censurati, in modo tranchant, senza appello. Succede che il Dio Facebook, con due righe, condanni alla sospensione un articolo con la giustificazione «per le linee guida della comunità» virtuale il contenuto dei tuoi articoli deve essere rimosso e ti dà tempo trenta giorni altrimenti la mannaia parte. Cioè senza appello.

E’ successo il 21 giugno all’articolo “Il 64% del fondo per la povertà a famiglie straniere”, firmato dal Direttore, Fabrizio De Pasquale. E’ stata una sospensione di poche ore, quelle necessarie per fa capire che i contenuti dell’articolo non esprimevano nulla di offensivo, ma si limitavano a restituire dei fatti. Ma sembra, in sintesi, che parlare di stranieri sia un terreno molto scivoloso, affermare che siano dei privilegiati soprattutto a Milano, sia proibito,  confermare che i contributi destinati ai poveri vengano elargiti in maggioranza a famiglie straniere è diventato praticamente blasfemo. Per Facebook, s’intende e per quel segnalatore anonimo che ha la facoltà di censurare. Si sperava che di censura, di limiti alla libertà espressiva, fosse finito il tempo e che la nostra civiltà avesse recepito appieno il concetto di libertà….

Di seguito riportiamo con orgoglio la verità di un articolo che comprova il malgoverno della Giunta Sala e l’indifferenza per i poveri milanesi.

Il 64% del fondo per la povertà a famiglie straniere

Ci risiamo. I fondi comunali per la povertà finiscono per 2/3 a stranieri. Non è che manchino italiani in condizioni di disagio, sono le regole a essere sbagliate.

E’ successo anche con la Misura 1 proposta con bando del Comune, riservata a nuclei familiari con minori che hanno un ISEE sotto i 6.000 euro annui.
 
Sono state ammesse al contributo di 2.000 euro annui 1.406 domande. 495 sono andate a nuclei di cittadini italiani (di cui 192 di origine straniera) e 911 a famiglie con cittadinanza.
 
Perché il 64% va a stranieri, perché accadono queste discriminazioni al contrario?
 
Perché i bandi sono mal impostati dal Comune e hanno come parametro l’ISEE, indicatore della situazione economica equivalente. Con questo indicatore un nucleo familiare italiano senza reddito ma, ad esempio, con una casetta di nessun valore al paesello, oppure con qualche soldo ereditato in banca è escluso dagli aiuti. Altro problema ce lo hanno coloro che hanno appena perso il posto di lavoro, la cui ultima dichiarazione dei redditi risale al periodo in  cui percepivano lo stipendio.
 
Sono invece favoriti dall’ISEE coloro che lavorano in nero e tutti coloro che autocertificano dati anagrafici falsi: madri che dichiarano di non vivere col compagno con cui invece convivono, nuclei con figli che passano la maggior parte del tempo all’estero o addirittura ” prestati” ai soli fini di prendere il contributo.
 
In pratica per l’italiano è impossibile sfuggire a controlli sul patrimonio e sul conto in banca, controlli che sono invece impossibili sulle proprietà dello straniero all’estero. Ma esiste anche un grave difetto del Comune che non controlla e prende per buone le autocertificazioni dei Caf che raccolgono le domande, circa effettiva residenza e composizione familiare.
 
In passato avevo denunciato come la stessa fine facciano i fondi statali per la Sia e quelli regionali per il sostegno all’affitto.
 
Come si esce dalla  distribuzione sbagliata dei fondi per le povertà ? Dando priorità nei bandi agli anziani indigenti, a chi può esibire la lettera di licenziamento, a chi ha un contratto regolare di affitto o casa popolare.
 
Attribuendo punteggi premiali a chi si è sempre comportato bene, escludendo chi ha dichiarato il falso. Incrociando dati che il Comune possiede.
 
Rivedere le politiche per combattere la povertà deve essere una priorità per tutta la politica. A meno che le distorsioni che vi ho illustrato non siano volute e non facciano parte di un disegno per stravolgere l’identità dell’Italia.
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Fabrizio De Pasquale consigliere comunale di Forza Italia a Milano

 

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