Portare il cane in ufficio? Ecco cosa può succedere

Scienza e Salute Zampe di velluto

Più autostima, meno depressione: l’effetto collaterale del pet in azienda. Gli esempi (ben riusciti) di Yamamay e Nintendo

Fido timbra il cartellino. O almeno ci prova. Prende piede «Take your dog to work week», la settimana che apre l’ingresso in ufficio ai pet. In Italia poche aziende conoscono il programma ma, secondo un sondaggio di Purina, tra chi ne è informata, una su due è pronta ad attivarsi per lanciare progetti a tema. Chi l’ha sperimentata, è testimone di un alto gradimento. Il binomio cane-padrone sul luogo di lavoro «oltre a promuovere la conciliazione vita-lavoro» s’è dimostrato capace di attivare «la socializzazione e la motivazione dei dipendenti».Tra i grandi sponsor del progetto «cani in ufficio» ci sono autorità come Allen McConnell, professore di psicologia alla Miami University in Ohio, il quale ha teorizzato che «i benefici di avere un animale sul luogo di lavoro sono la logica estensione» di studi che mostrano come i proprietari di animali siano «più felici, più sani, abbiano maggiore autostima e soffrano meno di depressione di chi, di animali, non ne ha». qualcuno ha tentato di misurare la felicità di questa convivenza stretta.

Randolph Barker, della Virgìnia Commonwealth University, ha studiato i dipendenti di un’azienda nella Carolina del Nord e afferma che per la maggior parte di essi «i livelli di stress nel corso della giornata salivano anche del 70 per cento». Ma lo stress crollava sensibilmente quando in ufficio arrivava un pet. Tra chi,  anni fa, aderì con slancio alla giornata mondiale dei cani in ufficio -negli Usa fa centinaia di proseliti tra le aziende -, c’è stato Gianluigi Cimmino, ad di Yamamay e Carpisa, i due brand di intimo e borse con sede il primo a Gallarate, il secondo a Nola. A convincerlo, la moglie americana, Francesca, che dagli Usa aveva portato in Italia il suo puggle di nome Mia. All’iniziativa aderisce da sempre Mars che ha svolto ricerche sul campo. Nintendo è andata anche oltre, istituendo il venerdì come giorno in cui i dipendenti possono recarsi in ufficio con il peto «Sono favorevole, ma come in tutto quello che riguarda la relazione cane-padrone ci sono i pro e i contro -commenta Emanuela Prato Previde, professore di Psicologia all’Università Statale e coordinatrice del Canis sapiens Lab -. Dal punto di vista del cane, per esempio, dipende dalla taglia, dalla razza, delle sue caratteristiche di personalità e abitudini». Il cane preferisce stare con il suo partner umano piuttosto che da solo. «Ma un ambiente frenetico o angusto può essere stressante per lui». Perché possa realizzarsi la coesistenza di cani e umani in ufficio «sono necessarie alcune condizioni, l’educazione e corretta socialità dei cani, corretta percezione degli altrui bisogni da parte dei proprietari, un ambiente che soddisfi le esigenze fisiologiche ed etologiche dei cani», aggiunge Daniele Mazzini, esperto in comportamento dei cani. Servono regole. Per questo la piattaforma Pest@work consente ai dipendenti di Purina di prenotarsi: ognuno ha a disposizione 3 giorni a settimana. Occorre il patentino del Buon conduttore cinofilo, certificati di buona salute del cane, profilassi vaccinale e polizza assicurativa. Mai però scordare «la necessità del cane di riuscire a “bastare a se stesso”», conclude Mazzini. In sostanza, se un cane vivrà in simbiosi stretta con il padrone, «può accadere che, se costretto a restare solo al di là della nostra volontà, non sarà in grado di “sostenersi” e le sue manifestazioni comportamentali potranno essere anche gravi». 

Takeyour dog to work (www.takeyour dog.com) è l’iniziativa lanciata nel 1999 negli Usa dal Pet Sitter International, una delle più importanti associazioni di pet sitter professionisti.

Una ricerca di Mars Petcare ha testato gli effetti della giornata su 1200 dipendenti di aziende americane: 9 su 10 si sono documentati gli effetti positivi sull’umore, la riduzione dello stress, un maggior attaccamento all’azienda.

Nintendo ha introdotto il venerdì come giornata in cui si può andare al lavoro con il cane.

di Paola D’Amico (Corriere della Sera) pdamico@corriere.it

 

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