Milano 9 Luglio – L’ennesimo fatto di cronaca di violenza gratuita e insopportabile per quella voglia di prevaricazione che non ha giustificazioni, per quell’inciviltà che sottende il gesto. Ma c’è anche l’evidente pretesa di non dover rispettare né regole né doveri. Sembra molto lontana la voglia di integrazione e di convivenza. Di seguito la cronaca tratta da Liberoquotidiano “Sembrava il solito controllo biglietti di routine, non si aspettava di finire in ospedale per un morso alla spalla. Il capotreno sapeva che avrebbe dovuto fare i conti con passeggeri senza titolo di viaggio e non si è sorpreso quando ha trovato una ragazza nigeriana in difetto. La 22enne, richiedente asilo politico, era sul treno partito da Sondrio alle 16.47 e diretto a Lecco. All’altezza di Colico ha incrociato il capotreno e non ha potuto sottrarsi alla richiesta. Inizialmente ha mantenuto la calma, ammettendo di non avere il biglietto, ma quando si è accorta che l’uomo stava facendo la multa è impazzita: gli ha strappato il libretto delle contravvenzioni dalle mani e glielo ha lanciato fuori dal finestrino, si è scagliata contro di lui e lo ha azzannato alla spalla. Una furia, al punto che altri passeggeri sono intervenuti per aiutare il capotreno. Così il treno è stato bloccato in stazione in attesa dell’arrivo dei carabinieri. La nigeriana è stata denunciata a piede libero per aggressione a pubblico ufficiale, il controllore è stato medicato per lievi escoriazioni e i passeggeri sono stati costretti a scendere perché la corsa è stata soppressa. Tutto per 6 euro e 70.
L’ultimo episodio simile era avvenuto il 16 maggio scorso con un altro capotreno picchiato selvaggiamente alla stazione di Lungavilla nel pavese. In quel caso venne arrestato un 21enne, originario del Mali, in Africa. L’aggressione era maturata durante il maxi guasto ferroviario (un incendio dell’impianto elettrico proprio alla stazione di Pizzale-Lungavilla) che aveva mandato in tilt la circolazione dei treni per oltre 40 ore. A chiamare la Polfer era stato lo stesso capotreno picchiato. Ma le aggressioni ai danni dei dipendenti Trenord, ad iniziare da quella con un macete del 2015, non sono certo una novità. Lo scorso anno, ad esempio, tra febbraio ed aprile erano state denunciate nove aggressioni in 12 giorni.
Una situazione che aveva spinto i vertici di Trenord ad intervenire pesantemente per garantire la sicurezza di dipendenti e passeggeri. Così, dopo una passeggera presa a martellate da un africano a Treviglio, il bollettino di guerra di Trenord segnalava un capotreno preso a pugni a Tromello (Pavia) il 15 marzo 2016 e una ragazza di vent’anni picchiata da uno straniero che voleva rubarle la bicicletta a Palazzolo, il 18 marzo. Due giorni più tardi era stata la volta, a Pioltello, di un gruppo di balordi ubriachi (tutti africani) che aveva aggredito a sputi una capotreno.
Da qui la necessità di far viaggiare dei vigilantes a bordo con l’obiettivo di dare protezione ai viaggiatori e al personale. «In un anno Trenord spende circa 10 milioni di euro a causa del vandalismo e di assalti», ha spiegato l’amministratore delegato di Trenord, Cinzia Farisé. Non solo. «Nel 2016 – ha continuato Farisè – sui treni lombardi si è registrata una crescita significativa degli atti vandalici, con il 40 per cento degli episodi in più rispetto al 2015: un totale di 8.400 segnalazioni in un anno, per una media di 23 al giorno. A ciò si aggiungano i costi indiretti del vandalismo, che incidono pesantemente sulla qualità del servizio, generando ritardi e soppressioni». Per questo – ha concluso Farisè – Trenord ha aderito all’iniziativa del Dopolavoro Ferroviario, che risponde a un fenomeno che, grazie al Focal Point Security, si monitora costantemente. Un impegno che ha portato Regione Lombardia a stanziare oltre 16 milioni di euro per la sicurezza dei convogli di casa ma che non ha impedito alla richiedente asilo di mandare in ospedale un capotreno prendendolo a morso per sei euro di biglietto non pagato.”
Milano Post è edito dalla Società Editoriale Nuova Milano Post S.r.l.s , con sede in via Giambellino, 60-20147 Milano.
C.F/P.IVA 9296810964 R.E.A. MI – 2081845