Milano: in un anno sequestrate 4 tonnellate di droga

Milano

Milano 10 Luglio – Oltre 4 le tonnellate di droga sequestrate nell’ultimo anno nella sola area di Milano e città metropolitana. Il grosso lo fa l’hashish con 3323 chili; al secondo posto la cocaina con 289 chili, poi la marijuana, 380 chili – con un aumento del 94% rispetto al 2015 – e infine l’eroina con 54 chili. E’ quanto emerge dai dati della Direzione centrale per i servizi antidroga (DCSA). Un record, quello del totale della droga intercettata quest’anno nel Milanese, rispetto al 2012, ultimo anno che aveva dato risultati importanti.

A livello lombardo, poi le tonnellate di stupefacente sequestrato sono state 7,63, il che fa essere la regione seconda per numero di operazioni (3608) dopo il Lazio. Sempre secondo i dati raccolti dalla Dcsa il quantitativo è andato costantemente a salire dal 2013 in poi, con l’hashish che è praticamente raddoppiata e i ritrovamenti di piante di cannabis che sono quadruplicati (rispettivamente, dalle 3,5 tonnellate alle 5,1 del 2015; e dalle 1564 piantine del 2014 alle quasi 5000 del 2016).

E’ in Lombardia che è stata sequestrata il 13% della cocaina nazionale: un mercato che non va mai in crisi e che segna in regione un +22% per i sequestri portati a casa nel 2016, ben al di la’ della media nazionale (+16%). Meno eclatante, il dato che riguarda l’eroina (26,7%), mentre le droghe sintetiche poste sotto sigillo sono state oltre il 32% del totale italiano. In linea con il dato nazionale, anche in Lombardia i sequestri di eroina sono diminuiti di circa il 34% e le morti per overdose sono state 4 in un anno, tutti nel Milanese.

Per quanto riguarda gli arresti, in Lombardia il 54% dei denunciati per spaccio è di nazionalità straniera, a fronte del 38% nazionale; per lo più si tratta di marocchini, albanesi e tunisini. Ma c”èun dato ancora piu’ significativo: nella sola Milano, su un totale di 2113 persone segnalate all’autorità giudiziaria solo ad 8 e’ stato contestato l’art.74, ovvero il reato di associazione a delinquere finalizzato al traffico di stupefacenti, quello che prevede le pene più severe. Più utilizzato invece il 73, il semplice spaccio (“traffico illecito”), con pene più basse, che spesso riempiono le carceri ma non fermano i grandi flussi. Le indagini puntano piu’ spesso a seguire il denaro e provare a contrastare il fenomeno a partire dagli investimenti delle mafie per ripulire i soldi che vengono dalla droga. Basta fare il confronto con lo stesso dato rilevato in Calabria.

Non c’è dubbio che il grosso della cocaina passi dal porto di Gioia Tauro, come testimoniano i sequestri segnalati nella relazione della Dcsa (anche se numericamente molti meno di quelli effettuati al nord): quasi due tonnellate sul totale della polvere bianca transitata in Italia sono stati sequestrati qui e gli articoli 74 contestati nelle denunce sono il 24% dei reati contestati. Non c’e’ dubbio, sottolineano nella relazione i tecnici del ministero, che sia la ‘Ndrangheta ad avere “l’assoluto predominio” della commercializzazione di cocaina “sia a livello nazionale che a livello internazionale, grazie alla “disponibilità finanziaria immensa” e alle “infiltrazioni” negli “Stati chiave”, quindi in quelli produttori. Ma se e’ vero che Milano è “la seconda capitale nella lotta a questa organizzazione criminale”, come ha detto di recente il ministro Marco Minniti intervenendo all’inaugurazione della nuova sede della Dia milanese, molto è ancora da fare. (Il Giorno)

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