Milano 9 Febbraio – Il Presidente russo Vladimir Putin ha accettato di partecipare ad un vertice tra François Hollande, Angela Merkel, Petro Poroshenko in programma per mercoledì prossimo a Minsk (Bielorussia) per cercare di trovare una via d’uscita dalla crisi in Ucraina. Il presidente russo, tuttavia, ha dichiarato che prima vuole concordare “una serie di questioni”, concernente il piano di pace.
Dopo una prima fase in video conferenza avvenuta domenica, Francois Hollande e Angela Merkel sperano di trovare un accordo tra Petro Poroshenko e Vladimir Putin, nel tentativo di uscire dalla crisi ucraina.
Ma mentre il Cancelliere tedesco ha annunciato il via del vertice con i quattro capi di stato mercoledì a Minsk, il presidente russo ha posto le sue condizioni. L’incontro diplomatico avrà luogo “se riusciremo ad arrivare a un accordo su una serie di punti su cui abbiamo discusso intensamente in questi ultimi tempi”, ha avvertito il capo del Cremlino, accordi con cui si è consultato con il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.
Il Cremlino richiede un incontro, da tenersi prima dell’incontro di mercoledì, con i rappresentati dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), della Russia e dell’Ucraina.
Domenica, il cancelliere tedesco ha detto che “i firmatari degli accordi di Minsk”, dal nome di un precedente tentativo di un accordo nel mese di settembre, “saranno presenti ai colloqui di mercoledì”. Quindi all’imminente vertice saranno presenti anche i rappresentanti dell’OSCE, nonché separatisti filo-russi attivi in Ucraina orientale.
Ma cosa prevederebbe il piano di pace franco-tedesco?
Il piano di pace studiato dalla Francia e dalla Germania prevede di fornire maggiore autonomia alle regioni russofone dell’Ucraina orientale, inoltre si prevede l’istituzione di un’area cuscinetto smilitarizzata della larghezza variabile tra i 50 ed i 70 Km, contro i 30 Km pianificata nel primo accordo di Minsk che però non è mai stata osservata.
Il presidente francese e il cancelliere tedesco sono stati costantemente impegnati sin da giovedì ad accelerare i colloqui. Dopo aver visitato Kiev e Mosca, la Merkel ha detto che ha continuato a lavorare su un pacchetto di misure per una soluzione globale. Il giorno prima, (sabato) Francois Hollande ha avvertito che i colloqui sono l’ “ultima chance” per avere successo prima che si profili all’orizzonte quello “scenario che si chiama guerra.
Il coinvolgimento della Russia nel conflitto ucraino è al centro delle discussioni. Per mesi, Mosca nega di aver inviato truppe per sostenere i separatisti filo-russi. Ma il neo presidente-fantoccio di Kiev è convinto altrimenti, supportato da molti osservatori occidentali. Sabato, durante la Conferenza di Monaco sulla Sicurezza (MSC), Petro Poroshenko ha rinnovato le accuse sventolando passaporti russi recuperati, a suo dire, sul suolo ucraino. Un’azione, quest’ultima che non ha certo allentato le tensioni tra i due stati. Già la scorsa settimana, il presidente ucraino ha asserito che più di 9.000 soldati della Federazione russa sono attualmente dispiegati in Ucraina orientale. A fargli eco sono stati il governo di Sua Maestà e subito dopo il vice presidente americano Joe Biden.
Ma il governo ucraino, Downing Street e la Casa bianca mentono sapendo di mentire, in quanto, secondo un rapporto stilato dall’OCSE, risalente a settembre 2014, pare che non vi siano stati sconfinamenti di forze armate russe in territorio ucraino. Quindi al momento a mentire è l’immeritato premio Nobel per la Pace (Obama), menzogne che potrebbero far scivolare l’umanità verso una nuova guerra mondiale.
Persino il suo nuovo dispiegamento di truppe in Europa Orientale pare sia un tentativo di provocare una reazione del Cremlino, nonché un tentativo di aumentare la presenza americana in suolo europeo. Nonostante molti uomini politici, o presunti tali, non siano d’accordo coi piani del “presidente” americano nessuno pare abbia il coraggio di contrastarlo ad esclusione del governo di Praga. E’ confermato infatti che il primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, abbia negato alla Nato di rafforzare la sua presenza nel territorio ceco al contrario della scodinzolante Polonia ch econtinua ad essere favorevole.
Impiegato presso una nota multinazionale americana, ha avuto varie esperienze di dirigenza sia in campo professionale che in campo politico.
Scrive per Milanopost ed altre testate, soffermandosi soprattutto su Israele, Medio Oriente, Africa sahariana e subsahariana. Giornalista Freelance scrive più per passione che per professione.