Milano 16 Luglio – A Brescia, secondo me, un po’ se lo aspettavano. In Provincia, a Serla, si dovevano accogliere 23 sedicenti e presunti profughi. 23. Ma il gestore della struttura, entusiasta per la possibilità di salvare il mondo, e di certo non pensando minimamente al proprio tornaconto, è arrivato a stiparne 36. Il 50% in più. Ovviamente, siccome sta gente fuggiva da guerre&genocidi&persecuzioni non avrebbero minimamente protestato, no? Sarebbero stati sopraffatti dalla gratitudine per tutto quello che gli stiamo dando, quindi di sicuro non avrebbero protestato. Ed invece. Ed invece pare che sta gente non abbia avuto grossi problemi a denunciare lo sfruttamento che subivano, le condizioni disumane in cui vivevano ed a registrare le conversazioni con la gestione della struttura, in cui venivano minacciati per aver parlato. Ovviamente è nato uno scandalo, ovviamente è intervenuta la prefettura, ovviamente i sedicenti profughi sono stati spostati ed ovviamente la struttura ha cambiato gestione. Ovviamente il problema di base è sempre là e farà scoppiare, a breve, una grana da cui sarà difficile uscire.
La grande verità, è che il business dell’accoglienza si basa sul pregiudizio. Le balle raccontate alla gente hanno fatto presa. Ed ora che la realtà presenta il conto la gente cade dal pero. Si è detto che scappavano dalle guerra, ma non è vero per la stragrande maggioranza di loro. Questa gente fa un investimento economico. E se dopo aver rischiato vita e capitale ti fanno pure pagare le bollette, grassandoti la paghetta settimanale ovviamente ti rivolti. È naturale. Non stavi scappando dall’Inferno. Stavi scappando verso il Paradiso. Sono due cose lievemente diverse e la differenza si nota, soprattutto, quando sbarchi in purgatorio. Ma vi dirò di più. La teoria del buon selvaggio che scappa dalle guerre dell’uomo bianco ha dato, anche a chi ci lavora, la falsa impressione di aver a che fare con gente che le cose non le capisce. Con cui si può fare un po’ di tutto. A cui si può fare un po’ di tutto. Tanto sono poveracci. Ecco, no. Chi arriva qui, se non è l’élite dei propri paesi, è sicuramente un’avanguardia. In senso sociale, intendo. Sono figli di una borghesia che ha potuto pagare il viaggio, o che fornisce abbastanza garanzie che lo farà se il migrante fallisce. Il migrante, d’altronde, ha avuto del coraggio a sfidare morte, dolore e sopraffazione. Chi è stato scremato dal deserto e dal mare, non è un cretino. Non è un sempliciotto. Ed ha accesso ad una rete di informazioni capillare. I cretini siamo noi che li trattiamo tutti, invariabilmente, come bimbi troppo cresciuti a cui dare amichevoli pacche in testa per tenerli buoni.
Il problema è che non funziona così. Ed ormai la rivolta serpeggia. Nessuno di loro aveva capito che ci sarebbero voluti due anni per avere il pezzo di carta che gli avrebbe consentito di proseguire verso nord. In Germania ci vogliono due settimane, ad esempio. E non capiscono perché le coop prendano 30 euro e loro 2,5. Non sono degli idioti, vivrebbero forse con la metà. Però, ovviamente, il giochino non va così e non funziona in quel modo. Solo che a loro non va bene. E sono pronti a lottare. E noi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,