Una scuola di musica qualificata per giovani talenti, la seconda vita del chitarrista dei big

Cultura e spettacolo

Milano 24 Luglio – Milano, via Tertuliano 68-70, zona Lodi. Il numero civico non è un dettaglio in un angolo di città che una cinquantina d’anni fa lasciava ancora vedere il suo volto industriale. Il cancello che delimita il cortile di questo capannone era la linea di confine tra la strada e il magazzino dove venivano accatastate batterie per auto Varta. Decantavano all’aperto, al riparo dal maltempo e dal sole, sotto una tettoia, prima di essere smaltite. Mezzo secolo dopo, qui, c’è una fabbrica della musica. Con microfoni, pianoforte e batterie, sì. Ma nulla a che vedere con quelle della Milano industriale.
Le batterie sono quelle che bambini, giovani, ragazzi (ma anche adulti) imparano a suonare, accompagnati da docenti come Fabio Casali, Dario Morandi, Manuela Cortesi. Professionisti “prestati” alla didattica. Ci sono musicisti di ogni età e corsi di canto, musica d’insieme, computer music e strumenti (chitarra, basso, pianoforte) nell’ex fabbrica che un’intuizione di Andrea Zuppini, chitarrista, compositore e arrangiatore ha trasformato in una serie di sale insonorizzate e dotate di pezzi unici – c’è il pianoforte a coda con cui i Depeche Mode hanno inciso The Violator salvato dal dimenticatoio – microfoni «come quelli di una volta» e mixer professionali.
«Bisogna riabituare le persone all’ascolto e a stare insieme. All’ascolto che non sono cuffie e isolamento», racconta Zuppini, 35 anni di carriera nella musica professionale – dal 1987 ha suonato in studio e in tour con cantanti del calibro di Fabio Concato, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Paola e Chiara, Alex Baroni, Gigi D’Alessio, Patty Pravo e Alexia – prima di dare nuova vita (e veste) al capannone che oggi ospita il centro di formazione musicale “Art&Musica”, una scuola con lezioni settimanali (o bisettimanali per chi chiede un corso intensivo) presieduta da Luisa Paola Luongo. «Un messaggio opposto a quello dei talent show – sottolinea Zuppini – dove spesso la gente viene bruciata in poco tempo e senza formazione. L’arte richiede un percorso lungo, non ci si improvvisa. Servono progetti». Il suo è iniziato due anni fa. Dalla trasformazione radicale dei locali, con aule insonorizzate e la scelta di materiale naturale come il legno. «Nell’ultimo anno abbiamo avuto un centinaio di allievi: il 70 per cento erano bambini o ragazzini, tra i 5 e gli 11 anni – spiega Zuppini (per iscrizioni artemusicamilano@libero.it) -. In futuro vorremmo proporre anche corsi per la terza età. Una proposta per aiutare a socializzare con la musica». Accanto alla scuola è nato anche uno studio di registrazione, «con microfoni a nastro». Un centro professionale che accompagna la formazione. E poi c’è l’associazione “Officina della musica e delle parole”: «Chiediamo ai talenti emergenti di mettersi in gioco, di mandarci i loro brani. Li valutiamo, invitiamo i ragazzi a farci sentire le canzoni e se qualcuno vale lo produciamo».
Lucia Balzarotti (Il Giorno)

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