Stop a mendicanti e clochard, Sesto San Giovanni vara la linea dura

Cronaca

Milano 25 Luglio – Vietato chiedere l’elemosina, bivaccare nei giardini e nelle strade, consumare alcol all’aperto, fare commercio abusivo per strada, espletare i propri bisogni fisiologici a cielo aperto: il Daspo urbano arriva a Sesto San Giovanni (Milano), con multe e provvedimenti che arrivano all’allontanamento dal territorio comunale.

Era chiamata la ‘Stalingrado d’Italia’ perché, dal Dopoguerra in poi, era stata governata soltanto da giunte di centrosinistra. Ma a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, il neoeletto sindaco di Forza Italia Roberto Di Stefano ha deciso di cambiare subito tutto: così, dopo aver fermato il progetto per la costruzione di una moschea di cui si parlava da anni (e su cui la precedente amministrazione stava lavorando concretamente), dopo aver annunciato di non voler pagare “neanche un euro” per il deposito della salma di Anis Amri, il terrorista della strage di Berlino, presso l’obitorio di Milano, ha firmato l’ordinanza, che nasce dal decreto Minniti sulla sicurezza che tante polemiche ha creato in questi mesi e che già altri comuni lombardi hanno adottato. Milano, per esempio, ha adottato il Daspo urbano solo per i venditori abusivi di birra in vetro sui Navigli e alla Darsena.

“Era necessario agire in maniera chiara e puntuale verso tre fenomeni, quelli del commercio abusivo, dell’accattonaggio e dei bivacchi, che per quanto ci riguarda riteniamo inaccettabili e irrispettosi verso i cittadini di Sesto San Giovanni”. Nell’ordinanza, firmata d’intesa con l’assessore alla Sicurezza Claudio D’Amico, si elenca una lunga serie di divieti: è vietato, quindi, “praticare commercio illegale e abusivo, mendicare e porre in essere qualsiasi forma di accattonaggio, bivaccare negli spazi pubblici, nei giardini, all’esterno di esercizi pubblici e commerciali ed in tutti i luoghi frequentati dai cittadinì, consumare alcol, espletare bisogni fisiologici a cielo aperto, intralciare il libero transito e molestare i cittadini, in particolare donne e anziani.

Spiega Di Stefano che “dai continui controlli effettuati dal comando di polizia locale viene infatti registrata la presenza di soggetti che, in particolare nelle vie centrali e di maggior afflusso pedonale, in corrispondenza di attività commerciali, richiedono denaro talvolta in forma invasiva o molesta”. Le sanzioni previste vanno da un minimo di 50 a un massimo di 300 euro. (Repubblica)

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