Milano 29 Luglio – Tre immigrati ospitati in alcuni centri d’accoglienza di Trieste sono stati arrestati con l’accusa di aver stuprato una ragazzina di 12 anni. Ieri la polizia ha messo le manette a un 22 enne afghano, Zerani Muhibullah, e a due pakistani Hussain Arif, 24 anni,e Khan Zubair (19). Le forze dell’ordine sono alla ricerca di una quarta persona. Almeno due gli episodi contestati.
In occasione del primo, a fine maggio, secondo quanto riportato dagli inquirenti, la ragazzina avrebbe incontrato Zeriani in un locale del centro. L’afghano l’avrebbe poi condotta sulla Scala dei Giganti, poco distante, e lì avrebbe cominciato a importunarla, toccandola e cercando di baciarla ripetutamente. All’ennesimo rifiuto della ragazzina l’immigrato l’avrebbe immobilizzata e violentata. La 12enne, che vive in una casa d’accoglienza, rientrata in lacrime avrebbe riferito tutto a un’educatrice, che ha subito avvertito le forze dell’ordine. Nel secondo caso, invece, a inizio giugno, si sarebbe trattato di uno stupro di gruppo a cui avrebbero partecipato Arif e Zubiar, oltre a una terza persona che ancora non è stata identificata. Dagli accertamenti degli investigatori è emerso che in entrambi gli episodi gli aggressori erano al corrente dell’età della ragazzina.
«Questo delitto è la conseguenza di un campanello d’allarme che abbiamo fatto suonare già da diversi mesi, ma siamo rimasti inascoltati. Ora che una bambina è stata violentata, ci si muoverà» sbotta il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza (centrodestra). Secondo il senatore leghista Roberto Calderoli, «questi immigrati sono ragazzi fortunati: qui forse, alla peggio, verranno espulsi, forse. Ma se questo atroce delitto lo avessero commesso a casa loro li avrebbero impiccati o lasciati alla famiglia della vittima per essere castrati».
Va giù durissimo anche il deputato del Carroccio Massimiliano Fedriga: «Questi delinquenti non meritano nulla se non la castrazione chimica e l’immediata espulsione dal nostro Paese. La principale responsabilità di questi fatti incresciosi»prosegue «risiede nella vergognosa politica del Pd che ha permesso a questa gente di entrare e di fare i propri porci comodi. Si tratta di un disastro che ha delle responsabilità politiche ben precise. Chi ha voluto l’accoglienza diffusa permettendo a queste persone di girare liberamente senza alcun tipo di controllo, oggi deve solamente chieder scusa, dimettersi e andare a casa. Non ci sono più parole».
Il governatore del Friuli Venezia Giulia, la Dem Debora Serracchiani, le ha però trovate. Venuta al corrente dell’accaduto ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Minniti per chiedere di «accelerare tutti i provvedimenti atti a discernere e a respingere chi non ha diritto alla protezione internazionale, mantenendo al contempo sotto stretto controllo gruppi e individui soggiornanti. Come ho avuto modo di dire, suscitando polemiche di cui ancora adesso non mi capacito» ha aggiunto Serracchiani «simili atti di violenza mettono gravemente in crisi l’attitudine all’accoglienza delle nostre comunità, nelle quali si insinua un legittimo timore e da cui sorge un sempre più impellente il bisogno di sicurezza e di rassicurazione. Non si può e non è giusto mettere troppo a lungo alla prova la pazienza dei nostri cittadini». Già, ma a quando i fatti?
Alessandro Gonzato (Libero)
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