Boeri ha ragione: armiamo i militari con i fucili di Hello Kitty

Milano

Eh, quando uno ha ragione, ha ragione. L’estetica ha la sua parte nella nostra vita. Siamo in guerra, dopotutto, ma questo non dovrebbe impedirci di dichiarare tutto il nostro snobismo radical chic. Se sostituiremo i jersey di squallido cemento con delle ben più trendy fioriere con dentro alberi anti terrorismo, allora dobbiamo essere coerenti. Siccome, come tutti ben sappiamo, i terroristi si sconfiggono con alcuni strumenti e rituali ben precisi (i gessetti colorati, imagine, Bella Ciao e, naturalmente, tanti gattini pelosetti), allora dobbiamo prendere atto ed adeguarci. Quindi, a fare la guardia alle copie dell’Albero Azzurro, al posto delle banali barriere, i militari devono essere armati con fucili di Hello Kitty. Come quello in foto. Questo eviterà di spaventare i bambini, strizzerà un occhio alla dottrina gender e renderà la città più colorata. Ah, e spazzerà via quella pericolosa aura di fascismo che circonda i militari in città. Voi magari ridete e magari vi indignate, ma le due idee sono davvero simili. Se i jersey fanno paura ed indignano, perché ci ricordano che qualcuno vuole massacrarci e, pertanto, vanno sostituiti. Lo stesso possiamo dirlo per i mitra dei soldati. Che, diciamolo, fanno ben più impressione. Inoltre, a differenza delle fioriere da battaglia, questi funzionerebbero come ci si aspetta.

Sì, perché gli arbusti della pace hanno qualche piccolo problema di funzionalità. Il primo è che creano dei tagli alla linea di vista che rendono il pattugliare quelle zone estremamente complesso. Il secondo è che i vasi, come dice anche il Comune, vanno omologati. E non è un problema secondario: se un tir ci impatta sopra e l’albero cade, il vaso esplode oppure vola tutta la struttura, forse e dico forse, non si ottiene l’effetto voluto. Ma no, non ci fermeremo a queste banali considerazioni di buon senso. Qui è in gioco molto di più. Siamo in guerra. È una guerra vera, sporca, ignobile. Dove degli infami uccidono degli innocenti non come vittime collaterali, ma come bersagli prioritari. Dove è il tuo vicino di casa ad essere il carnefice. E tu, sì proprio tu che stai leggendo, la vittima predestinata. È inutile scarabocchiare sui jersey. È inutile indorare la pillola. Non saranno gli zuccherini a cambiare la situazione. E la gente se ne deve rendere conto. E smetterla sia di avere di paura, perché il male non lo si vince tremando, sia di negare che il rischio esista, perché non serve nemmeno fuggire dalla realtà. Il male si vince combattendo. E i jersey grigi, come i fucili dei militari, sono là per ricordarcelo. E faremmo meglio a non dimenticarlo mai.

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