Pronti a cambiare la collaborazione tra specie se occorre.
Dicono che il premier Paolo GentiIoni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si siano appena incontrati dopo la pausa estiva per il primo giro d’orizzonte sulla legge di bilancio. Chissà quante altre riunioni seguiranno prima di far quadrare i conti (ammesso che riescano). Dovrebbero prendere esempio dagli animali, loro sì che ragionano secondo principi economici. E a differenza degli uomini, non inseguono manovre pericolose, correttive o aggiuntive per accontentare soprattutto banche e poteri forti. Per gli animali non esistono rapporti clientelari, loro si basano sulla regola della domanda e dell’offerta. Un concetto semplice, che i nostri politici hanno dimenticato. Forse. A seconda della disponibilità di beni (cibo, riparo e gameti) o di servizi (protezione, pollinazione, etc.) le varie specie animali cambiano i loro atteggiamenti collaborativi. Nulla è automatico. È il “mercato” a stabilire le regole. I primi a parlare di “mercato biologico” sono stati il biologo olandese dell’Università di Strasburgo, Ronald Boe, e il professore di biologia teoretica alla Humboldt University di Berlino, Peter Hammerstein, come pubblicato su Bloomberg. I due studiosi sono riusciti a catalogare le interazioni tra animali in grado di scambiare beni o servizi.
Hanno scoperto per esempio che tra le rondini purpuree, il maschio è disposto a chiedere aiuto ad altri maschi per crescere i suoi piccoli. In cambio offre un confortevole spazio nel suo nido. Se la popolazione delle rondini purpuree è ampia, preferirà scegliere i giovani, più svelti e capaci, e i meno minacciosi per evitare eventuali contrasti. La convivenza altrimenti potrebbe risultare insopportabile. Lo scambio biologico più curioso avviene in mare con gli abitanti più svegli e attivi. Stiamo parlando dei pesci pulitori, che notoriamente si nutrono di pelle residua e muco. Ognuno di loro occupa una sorta di “area di servizio” tra le barriere coralline, dove arrivano per ricevere una bella pulitina quei pesci che si sentono particolarmente squamosi. Dopo una lunga serie di immersioni, i due ricercatori si sono accorti che, a seconda del tipo di pesce, cambiava il tipo di trattamento. Quelli che percorrevano lunghi tratti di mare, e potevano quindi passare in altre”aree di servizio” ricevevano i migliori servigio Gli altri, cioè i pesci che vivevano nelle vicinanze, in uno spazio limitato, e di conseguenza potevano usufruire di un solo pesce pulitore, ricevevano accoglienze più fredde e un tantino aggressive, a volte ci scappava qualche morso.
Il ragionamento apparentemente bizzarro, ha una sua logica: i pesci che possono scegliere vengono trattati con particolare riguardo; gli altri, che non hanno altra scelta, vengono considerati clienti scontati, inevitabili. Anche nella savana africana, nelle foreste pluviali centroamericane, i babbuini scambiano volentieri atti di grooming (toelettatura: pulizia da pidocchi e zecche) con il sesso. Il comportamenti degli animali è sempre determinato dalle condizioni di abbondanza e scarsità. Tra gli insetti i mecotteri hanno i loro scambi: prevedono che il maschio offra alla femmina un “dono nuziale” prima dell’accoppiamento come forma di preda. Se la popolazione maschile è numerosa, allora la femmina pretenderà un “dono nuziale” più importante. Se è scarsa, si dovrà accontentare di “doni nuziali” meno consistenti. E ancora: i licenidi (specie di bruchi) secernono un particolare nettare che attrae le formiche, animali molto utili a proteggerli dai predatori. A seconda della quantità delle formiche, stabiliscono quanto nettare produrre. Niente di più e niente di meno. Quello che non fa l’uomo, lo fa in modo ineccepibile il mondo animale che non delude mai. Ancora una volta ci regala una straordinaria lezione di vita. E di economia.
di DANIELA MASTROMATTEI (Libero)
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