Le bislacche avventure di Don Chisciotte e del suo ronzino ronzinante.

Zampe di velluto

Ronzinante è il nome di un ronzino, cioè un cavallo di poco pregio, creato dalla fantasia di Miguel de Cervantes per il suo romanzo Don Chisciotte. Il protagonista del romanzo, Don Chisciotte per l’appunto, è un bizzarro personaggio che vive in un mondo fantastico tutto suo. Appassionato di lettura cavalleresca, decide di farsi cavaliere errante e di andarsene armato a cavallo in giro per il mondo, facendo piazza pulita di tutte le ingiustizie, le prepotenze e i soprusi. Ed è proprio cavalcando un ronzino, che il protagonista dimostra l’abbaglio che ha preso nel voler rivivere un’epoca ormai tramontata.

Il vero nome del personaggio è Alonso Quijana, un nobiluomo di campagna, che decide però di darsi un nome degno di un cavaliere. Meditò per otto giorni prima di scegliere Don Chisciotte al quale, per unire prestigio, pensò bene di accoppiare anche quello della patria: ne derivò don Chisciotte della Mancia. Prima di ciò aveva meditato per altri quattro giorni per scegliere il nome appropriato col quale ribattezzare il suo magro e decrepito cavallo. Stravolgendo i fatti, lo considerava alla pari dei più grandi cavalli e gli diede  nome Ronzinante perché gli appariva “maestoso” e “sonoro”. Invece Ronzinante è poco più di un fantasma, un povero animale acciaccato che sarà trascinato in avventure bislacche. Qualcuno scrisse che Ronzinante è forse l’unico caso della letteratura dove vi sia in azione il fantasma di un cavallo; e Don Chisciotte è la continuazione del fantasma del cavallo: alto, magro, e sempre vestito con l’armatura fuori del tempo che aveva rispolverato e riassestato tra le cose lasciategli dagli avi.

Prima di partire non manca di designare una dama della quale dichiararsi innamorato, come avrebbe fatto ogni cavaliere rispettabile del suo tempo.

“Un cavaliere errante senza innamoramento è come arbore spoglio di fronde e privo di frutte; è come corpo senz’anima, andava dicendo egli a se stesso”. Scelse a tale scopo, senza che lei neppure lo immaginasse, una bella contadina del paese vicino al suo. Si chiamava Aldonza Lorenzo, ma lui la ribattezzò con un nome degno di una principessa: Dulcinea del Toboso, perchè del Toboso appunto era nativa. “Questo nome gli sembrò armonioso, peregrino ed espressivo, a somiglianza di quelli che allora aveva posti a se stesso ed alle cose sue”.

Don Chisciotte non manca neppure di ingaggiare uno scudiero. Sancho Panza rappresenta nel romanzo l’alter ego di Don Chisciotte: incarna il buonsenso che si oppone ai sogni del suo padrone che se ne va in giro con un catino in testa sottratto a un barbiere, credendolo un elmo. Dichiara guerra ai mulini a vento scambiandoli per giganti da sbaragliare, e si lancia contro greggi di pecore scambiandoli per poderosi eserciti nemici.

Per convincere Sancho Panza a seguirlo, Don Chisciotte dovette promettergli che gli avrebbe regalato un’isola quando l’avrebbe conquistata. Invece il povero Ronzinante dovette seguire il suo padrone senza ricompensa alcuna. Anzi, quando Sancho fu vittima del furto dell’asino sul quale viaggiava, Ronzinante dovette portarsi in groppa anche il grassottello scudiero del suo padrone!

Michela Pugliese

Sito: gocciadinchiostro.wordpress.com

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