Milano 5 settembre – Fondazione Prada Osservatorio, Milano ‒ fino al 16 ottobre 2017. Il fotografo nipponico mette in scena negli ambienti milanese una profonda riflessione sullo statuto dell’immagine e sul suo legame con l’informazione.
La mostra del trentatreenne giapponese, Satoshi Fujiwara, allestita presso l’Osservatorio della Fondazione Prada, è una riflessione sull’attuale identità fotografica europea. Già l’allestimento della mostra, di Armature globale, è decisamente diverso da quanto si è abituati a vedere. Ci troviamo qui di fronte a grandi stampe che paiono cadere su se stesse e che sono sostenute da barre di ferro e pezzi di scotch argentato, mentre su di esse compaiono pezzi di velcro.
La mostra antologica dell’artista nipponico, intitolata EU e curata da Luigi Alberto Cippini, è una sorta di dichiarazione contro il regime estetico al quale il più delle volte le immagini sono sottoposte. La sua scelta delle inquadrature è totalmente diversa dal solito, come anche la scelta focale, cosicché chi guarda si sente in un certo modo spiazzato. Fujiara crea un nuovo lessico, che ci impone garbatamente di studiare per entrare nel vivo del dibattito.
La prima parte della mostra testimonia l’intervento spaziale e architettonico, durante lo svolgimento del prototipo di scuola sperimentale di cinema Belligerant Eyes, svoltosi alla sede veneziana della Fondazione Prada. Il riferimento è alla metodologia del fotografo di ritratti di donne in infrarossi Ikko Kagari, anch’egli giapponese. La seconda parte dell’antologica presenta alcune immagini scattate in diverse capitali europee. L’attenzione è di nuovo sul senso del fotoreportage e sul rapporto tra scatto e informazione.
Angela Madesani (Artribune)
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