Milano 6 Settembre – La questione del nuovo Comandante dei Vigili di Milano mostra bene come in Italia esistono 2 pesi e 2 misure.
Una volta deciso di silurare il precedente comandante Antonio Barbato, il Sindaco avrebbe dovuto fare un bando pubblico per selezionare al meglio il Comandante dei Vigili.
Così vuole la legge, così vuole il buonsenso. Comandare più di 3000 uomini in una città con gravi problemi di sicurezza e di degrado non è una passeggiata. Ci vuole professionalità, esperienza, attitudine al comando.
Una volta aperto il Bando il Sindaco avrebbe potuto scegliere fra Vigili Urbani di Milano e Lombardia, oppure tra chi ha già comandato i Vigili in altre città, oppure tra dirigenti di altri corpi delle forze dell’ordine. Oppure anche tra dirigenti di aziende private, magari molto impegnate nella sicurezza.
Con questa procedura avrebbe potuto disporre quindi di una ampia rosa su cui poi fare le migliori scelte nell’interesse della città.
Invece Beppe Sala ha scelto senza bando ma per chiamata, attraverso un comando, un neo dirigente della Polizia di Stato, Marco Ciacci: un ottimo e serio poliziotto di 47 anni che si confronterà però con una realtà molto diversa dai compiti che svolgeva.
Già perché il poliziotto scelto fulmineamente da Sala è stato a lungo responsabile del nucleo di polizia giudiziaria presso la Procura della Repubblica di Milano. Nel 2017 è divenuto primo dirigente e Vicequestore aggiunto ed è andato a dirigere il Commissariato di Mecenate.
Dunque Ciacci non dispone nemmeno del requisito di essere dirigente da almeno 5 anni, come richiesto dal Regolamento Comunale per la assunzione di dirigenti esterni. Che poi è il motivo per cui sono state messe in croce la Moratti e anche il Sindaco di Roma Raggi, ultimamente.
Insomma in un colpo solo il Sindaco Sala ha: 1. umiliato gli 8500 vigili urbani di Lombardia dicendo che non c’era nessun idoneo 2. Violato un regolamento comunale 3. Evitato di applicare la procedura più trasparente 4. Premiato un poliziotto che ha lavorato per la Procura che lo ha indagato.
Naturalmente poiché in Italia vigono 2 pesi e 2 misure, tutto ciò è stato fatto senza suscitare scalpore nella ossequiosa stampa cittadina.
Fabrizio De Pasquale ha 60 anni, è sposato, padre di 2 figli e vive a Milano. Laureato in Scienze Politiche, è stato Capo ufficio stampa di varie aziende e del Ministero dei Beni Culturali. Ha lavorato per RAI ed Expo2015 e per un centro media. E’ stato per 24 anni Consigliere e poi Capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino. Conosce bene Milano ma non smette mai di scoprire i problemi e le eccellenze che la metropoli produce ogni giorno. E’ Direttore e amministratore di Milanopost dal 2014 e crede nel ruolo dell’informazione locale per migliorare la città e i suoi abitanti.