Milano 12 Settembre – A due giorni dai festeggiamenti cittadini per i 150 anni della galleria Vittorio Emanuele, firmata da Giuseppe Mengoni e inaugurata ufficialmente il 15 settembre 1867, il Salotto buono appare piuttosto malconcio. Dopodomani, infatti, si terrà la cena di gala a scopo benefico, organizzata dal Comune con Confcommercio, gli operatori della Galleria e Caritas Ambrosiana. Sold-out i 91 i tavoli (da 500 euro a persona) apparecchiati per 900 ospiti che potranno deliziare i loro palati con il menu milanese ideato da Carlo Cracco, mentre venerdì sarà la volta della festa cittadina, aperta alle 1030 dalle bande cittadine.
Sembra però che mosaici e marmi non si presenteranno esattamente all’altezza della situazione. Lastre di granito crepate, tasselli saltati, piastrelle distrutte e buche ieri saltavano all’occhio come un pugno nello stomaco.
Gli impegnativi restauri, sia in termini di tempi e di costi, della pavimentazione della Galleria, infatti, si sono conclusi cinque anni fa, nel 2012, ma ora il lavoro sembra da rifare. E non stiamo parlando solo dell’Ottagono, meta di pellegrinaggio di milanesi e turisti scaramantici e affezionati alle antiche usanze che ogni giorno compiono tre giri di tacco sul Toro portafortuna, oggetto di continui e ripetuti interventi di manutenzione e restauro, ma di tutta la pavimentazione di granito multicolore che ricopre i due assi sotto le volte di cristallo. Il mega restauro, costato circa 2 milioni di euro, aveva impegnato sotto la direzione dei tecnici del Comune, 35 artigiani su tre turni, 24 ore su 24 ore per una durata «record» di soli 210 giorni. Complessivamente era stata restaurata una superficie di 6300 metri quadrati, compresa la pavimentazione dei portici settentrionali e meridionali. E dire che l’opera, gestita come un vero e proprio «cantiere a cielo aperto» visibile grazie a pareti protettive trasparenti, con tanto di pannelli informativi, era stata vissuta con grande partecipazione da milanesi e turisti, e festeggiata come un grande successo. Che a due giorni dalla posa della prima pietra rischia di rivelarsi un flop.
MBr (Il Giornale)
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