Forza Italia e associazioni: spazi occupati da extracomunitari e senzatetto, situazione vergognosa
Il gazebo, ormai, è offlimits. I padroni sono loro, una decina di immigrati africani che ne hanno preso pieno possesso. Di giorno bivaccano, mentre di notte ci dormono avvolti neisacchi a pelo. Ed è inutile dire che per espletare i propri bisogni fisiologici trasformino cespugli e prati in bagni pubblici.
Siamo ai Giardini Montanellì, a due passi dai Bastioni di Porta Venezia, uno dei parchi storici più importanti di Milano.
E pensare che lo scorso novembre quindici senegalesi erano stati sgomberati dalle forze dell’ordine, dopo le segnalazioni dei frequentatori dei giardini. Ma presto tutto è tornato come prima. Gli africani sono tornati a occupare il gazebo, mentre altri immigrati,provenienti dall’est Europa, si sono attrezzati con tende da campeggio sul perimetro del parco. Pronti a entrarci e a uscirci a piacimento. Mentre altri senzatetto, per dare meno nell’occhio, hanno deciso di rifugiarsi all’interno delle cavità di cui è pieno il parco, nascondendo gli ingressi delle proprie “tane” con delle coperte. Non solo bivacchi e occupazioni, però. Perché appena prima di entrate nei giardini, dal lato dei Bastioni, si trovano cartelli stradali divelti, mentre all’interno non mancano nemmeno staccionate sdraiate su se stesse. Per non parlare delle colonie di topi che ultimamente stanno facendo capolino, probabilmente attirati dagli scarichi di liquame che grondano nei vialetti del parco, non lontano dall’asilo.
Un degrado che ha portato Giampaolo Berni Ferretti (Forza Italia), consigliere del Municipio 1, ha presentato un’interrogazione indirizzata a sindaco, assessori alle Politiche Sociali, Sicurezza e Verde, prefetto e questore: «In questa situazione drammatica e vergognosa è spontaneo chiedersi se gli ospiti del parco di via Palestro siano richiedenti asilo, dato che la Convenzione di Ginevra viene di sottoporre un individuo a trattamenti inumani e degradanti.
In che modo il Comune di Milano intende intervenire per evitare che i Giardini Indro Montanelli e più in generale tutti gli spazi verdi della città si possano trasformare in bivacchi?».
Mentre secondo Rossana Rodà, presidente dell’Associazione per lo Scambio Economico Italo Eurasiatico, «è vergognoso che pensiamo di essere una città internazionale e dobbiamo assistere alla totale indifferenza nei confronti di questa gente». Chiedendosi come sia possibile che «una città come la nostra, che ha ospitato i capi di Stato, in cui i grandi poteri finanziari trovano la capitale del business internazionale, possa avere tali situazioni di degrado».
Preoccupazioni che aumentano anche in vista del fine settimana del 22-24 settembre, quando proprio il gazebo in ferro battuto ospiterà alcuni eventi della “Green City”.«Noi abbiamo pagato una quota al Comune per posizionarci con una scrivania, ma non è escluso che possiamo trovare qualche occupante», spiega Enrico Pluda, presidente di Agiam o (Associazione Amici dei Giardini Montanellì), impegnata nella cura e nella conservazione di questo polmone verde in pieno centro città. Le richieste alle istituzioni, poi, non cambiano di una virgola: «Servono recinzioni più alte per evitare che chiunque possa scavalcare di notte, quando il varco viene chiuso». Dal lato di via Manin, in effetti,entrare quando i cancelli sono chiusi è un gioco da ragazzi. E proprio a pochi passi da qui si trova la statua dell’Italia Turrìta, ancora senza un braccio dopo la mutilazione di un anno fa. «Ma ci hanno promesso che la ristruttureranno nel 2018», chiude Pluda.
Massimo Sanvito (Libero)
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