Catalogna: referendum votato dal 42%, il 90% è per l’indipendenza

Esteri

Milano 2 Ottobre – Il ‘si’ ha ottenuto il 90% dei voti al referendum sull’indipendenza catalano, secondo i dati quasi definitivi resi pubblici dal portavoce del governo catalano Jordi Turull. Al voto hanno partecipato 2,2 milioni di elettori (circa il 42%). Il ‘no’ ha ottenuto il 7,8%. Sono stati 400 i seggi, corrispondenti a 770 mila elettori, chiusi dalla polizia spagnola, che in molti casi ha sequestrato le urne.
Il vicepresidente catalano Oriol Junqueras ha detto questa notte che spetterà al parlamento di Barcellona prendere la decisione di dichiarare l’indipendenza. Una decisione potrebbe essere presa al riguardo a partire da mercoledì, ipotizza la stampa catalana.

Salgono a 844 i feriti per le cariche della polizia in Catalogna. Lo riferisce il governo catalano. Il ministero degli Interni spagnolo afferma invece che 33 sono gli agenti feriti, 19 tra le file della polizia, 14 della Guardia Civil.

Il presidente catalano Carles Puigdemont ha lanciato un appello all’Europa perché cessi di ignorare la crisi catalana e le violazioni dei diritti umani di cui si è resa responsabile la Spagna: “L’Ue non può continuare a guardare dall’altra parte”, ha detto, “abbiamo guadagnato il diritto di essere rispettati in Europa”.

“Lo stato spagnolo ha scritto oggi una pagina vergognosa della sua storia in Catalogna”. Lo ha detto il presidente catalano Carles Puigdemont in una dichiarazione dopo il referendum di autodeterminazione.

Un’ondata di violenza a senso unico ha attraversato oggi la Catalogna, nel giorno che doveva essere nelle intenzioni del governo di Barcellona quello di una “gioiosa” celebrazione elettorale. E’ stata una giornata da incubo. La polizia spagnola è intervenuta con la forza in centinaia di seggi elettorali per impedire lo svolgimento del referendum di indipendenza catalano. La mossa di Madrid non ha permesso di impedire il voto, come aveva promesso il premier spagnolo Mariano Rajoy, che aveva dichiarato “illegale” il referendum. La maggior parte degli oltre 6mila seggi, dove erano chiamati al voto 5,3 milioni di catalani, ha potuto aprire. Migliaia di persone hanno fatto la coda tutto il giorno davanti ai seggi. Ma la polizia spagnola ha potuto sequestrare molte urne.

“Oggi non c’è stato alcun referendum, è chiaro a tutti”: così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv. “Il nostro stato di diritto mantiene la sua forza e resta in vigore, reagisce di fronte a chi vuole sovvertirlo”, ha aggiunto. “Ringrazio le forze di sicurezza dello Stato che hanno tenuto fede agli obblighi e rispettato il mandato della Giustizia davanti ad un attacco così grave alla nostra legalità”. Così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv dopo il voto in Catalogna. Il referendum in Catalogna “è stato un ricatto di pochi”: così il premier spagnolo Mariano Rajoy. “La maggioranza del popolo catalano non ha partecipato alla sceneggiata degli indipendentisti”, ha aggiunto. “Queste persone hanno dato prova di senso civico e grande rispetto per i principi che sono alla base della nostra convivenza: oggi abbiamo constatato la forza della democrazia spagnola”, ha aggiunto. Il referendum in Catalogna “è stato una sceneggiata” degli indipendentisti. La maggioranza della popolazione non ha partecipato e “ha rispettato la legge senza rumore. Hanno ignorato la consultazione e si sono messi dalla parte della democrazia e della Costituzione”. Così il premier spagnolo Mariano Rajoy in diretta tv

E ha inoltre tagliato i collegamenti internet a più seggi. Il ‘govern’ prevede comunque “milioni” di voti. Il conteggio si annuncia difficile e lungo. Le cariche degli agenti in tenuta anti-sommossa che hanno usato contro civili riuniti pacificamente a difesa dei seggi manganelli, pallottole di gomma, lacrimogeni, hanno fatto almeno 460 feriti. Alcuni, secondo il governo catalano, gravi. Le immagini della violenza degli agenti spagnoli, dei volti insanguinati dei civili, di anziani colpiti dai manganelli, hanno fatto il giro del mondo provocando incredulità e condanne.

La violenza della reazione spagnola ha sorpreso perfino i dirigenti catalani, impegnati da mesi in un durissimo braccio di ferro con Madrid. “E’ una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello Stato spagnolo”, ha tuonato il presidente catalano Carles Puigdemont. “Dai tempi del franchismo non si vedeva una tale violenza di stato”, ha accusato il portavoce del governo Jordi Turull, minacciando di portare Madrid “davanti ai tribunali internazionali”. “Oggi la Spagna ha perso la Catalogna”, ha sentenziato l’ex presidente Artur Mas. Il governo spagnolo invece ha definito “esemplare” l’operato della polizia in difesa dello stato: “Hanno agito in forma professionale e proporzionale”, ha detto la vicepremier Soraya de Santamaria. “Abbiamo dovuto fare quello che non volevamo”, ha aggiunto il prefetto in Catalogna Enric Millò.

“Quando in Spagna non si votava c’era il franchismo: io sono orgoglioso di essere catalano”. Lo ha detto Gerard Piquè, difensore del Barcellona, dopo la partita a porte chiuse vinta col Las Palmas, parlando in lacrime delle tensioni per il voto sull’indipendenza della Catalogna. “Il Pp e il capo del governo Mariano Rajoy mentono, dicono che siamo una minoranza ma siamo milioni. In sette anni mai una forzatura, mai una violenza. Ma quale sia il suo livello si vede, va in giro per il mondo e non sa neanche l’inglese…”

Ci sarà uno sciopero generale in Catalogna martedì per denunciare la repressione dello stato spagnolo. Lo ha annunciato questa sera in Plaza Catalunya Jordi Cuixart, presidente di Omnium, con l’Anc una delle due grandi organizzazioni della società civile indipendentista.

IL FILM DELLA GIORNATA – “Dovranno passare sui nostri corpi per prendersi le urne con le schede”, promettono alla scuola Collaso i Gil nel quartiere del Raval di Barcellona, una delle tante dove ancora si sta in fila per votare e ci si aspetta da un momento all’altro l’intervento della Guardia Civil e della Polizia nazionale. Il ‘colegio’ è un punto di riferimento di un quartiere multietnico – tantissimi i musulmani – e con una forte componente di sinistra antagonista e indipendentista, non lontano dai luoghi dell’attentato dell’Isis sulla Rambla.

Un gruppo di anziani del quartiere ha votato tra applausi, commozione e cori “El pueblo unido jamas sera’ vencido”. Un uomo ha preparato un mazzo di fiori rossi per la Guardia Civil, tra l’ironia e il gesto di pacificazione.

Tafferugli e spintoni con la polizia si sono verificati davanti alcuni seggi, in particolare quando gli elettori si sono rifiutati di far entrare gli uomini della Guardia Civil. Alcune persone, a Girona e a Barcellona, si sono messe davanti agli ingressi oppure si sono sdraiati a terra opponendo resistenza passiva, ma sono stati spostati con la forza. Si registrano anche i primi feriti, almeno tre, tra cui una signora anziana nel quartiere di Roquetes a Barcellona.

La polizia spagnola in tenuta antisommossa ha sequestrato le urne dopo avere fatto irruzione nel seggio di Ramon Llul a Barcellona, dove erano già iniziate le operazioni di voto. Gli agenti spagnoli, alcuni dei quali imbracciavano fucili lancia granate, sono usciti al centro portando le urne in mezzo a una folla di elettori che gridavano “votarem!”.

Agenti della Guardia Civil spagnola in tenuta anti-sommossa sono intervenuti nel seggio dove era previsto votasse il presidente catalano Carles Puigdemont, a Girnoa. Gli agenti spagnoli hanno allontanato la stampa e usano la forza per spostare la folla di cittadini concentrati a protezione del seggio. Il presidente catalano però ha già votato in un altro seggio a Girona dopo che la polizia spagnola ha fatto irruzione in quello di Sant Julia de Ramis.

Le operazioni di voto sono iniziate in diversi collegi elettorali in Catalogna che hanno potuto aprire alle 9. In alcuni seggi sta intervenendo la polizia spagnola. Migliaia di persone si sono concentrate in tutto il paese davanti ai seggi, che in molti casi sono difesi dai trattori del sindacato dei Contadini catalani (Up).

Nonostante la pioggia e il dispiegamento di forze di polizia disposto da Madrid, sono centinaia le persone che fin dalle prime ore del mattino si sono messe in fila fuori dai seggi elettorali a Barcellona, pronti ad esprimere il proprio voto sul referendum. Secondo quanto riporta la stampa locale, attivisti indipendentisti hanno passato la notte a sorvegliare i seggi che hanno aperto alle 9, anche se la Guardia Civil ha sbarrato gli ingressi.

In alcune zone della città sono stati allestiti banchetti all’aperto per consentire il voto. Le urne e le schede per il referendum sull’indipendenza in Catalogna sono arrivate in alcuni seggi elettorali presidiati dagli indipendentisti. L’arrivo del materiale elettorale viene accolto da applausi e grida: “Voteremo! Voteremo!”. “Se il materiale elettorale è arrivato al tuo seggio, non diffondere la notizia. Non diamo piste”, consiglia un tweet dell’account degli organizzatori.

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