L’uomo che ascolta le storie d’amore dei passanti: il confessionale di Salvino Sagone

Milano

Milano 6 Ottobre – Un uomo di mezza età, due sedie e un cartello: “Ascolto storie d’amore. Gratis”. È la scena in cui capita di imbattersi visitando il Museo delle Culture di Milano: il protagonista è Salvino Sagone, promotore di questa curiosa attività. “L’idea d’origine – racconta – è di un ragazzo uruguaiano che, un giorno, ha raccattato due sedie e si è messo a raccogliere le storie d’amore dei passanti, in una piazza di Montevideo”. Dopo il successo al Museo delle Culture, Salvino ha deciso di esercitare questa sua attività in giro per festival di poesia: “La gente ha così bisogno di interlocutori che si lascia coinvolgere in questa avventura. Non teme di essere giudicata, tradita, derisa: ciò che viene raccontato resta tra quelle due sedie”. Di certo, è difficile comprendere cosa provano due persone che non si sono mai viste prima – e che probabilmente non si rivedranno più – e che, ciononostante, decidono di raccontarsi. Forse, solo sedendo su entrambe le sedie – quella di chi parla e quella di chi ascolta – si può capire davvero la forza eversiva di quest’idea. E poi c’è la storia personale di Salvino con la sua Emma: “Una mattina del ’77, era il 1 settembre – racconta – avevo un appuntamento di lavoro, a Milano, con una ragazza. Quando ci siamo incontrati abbiamo deciso di fare una follia: andare a pranzo a Venezia. Da allora non ci siamo più lasciati”. Una storia che assomiglia molto a una fiaba, se si pensa alla precarietà dei rapporti coniugali. Eppure, lui l’ha vissuta davvero e mostra orgoglioso la foto di quel pranzo sul Canal Grande di 40 anni fa. Pure quelle di Salvino, per Emma e per la poesia, sono grandi storie d’amore. Anche per questo non riesce a smettere di ascoltare quelle che gli raccontano gli altri: “Continuo ad andare in giro con quel cartello e quelle due sedie. Prima o poi passerò il testimone a qualcun altro. Fino ad allora, le mie orecchie e il mio cuore non ne avranno mai abbastanza”

di FRANCESCA DEL VECCHIO (Repubblica)

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