Milano 19 Ottobre – Non per fare le Cassandra della situazione, ma un po’ lo avevamo detto. Tra i tanti posti dove uno può lasciare la bicicletta di Ofo o Mobike c’è la propria cantina. E già scattano le prime ritorsioni delle due compagnie:
Il sequestro notturno della biciclettina argento-arancione è il fenomeno che più preoccupa la società. Più delle bici ripescate nel Naviglio: i vandali al momento sono sotto l’1 per cento e i milanesi sono ritenuti molto virtuosi. L’altra scorrettezza, invece, infastidisce parecchio, anche perché disturba molto l’utente che vede sulla app la bici ma non può prenotarla. “Un’inciviltà sociale”, la definiscono da Mobike. Così, si è passati ai fatti. Sono già svariati i casi di chi si è visto togliere 20 punti dal proprio credito sull’app, una punizione che porta poi a pagare di più la tariffa al minuto. Ma è solo un monito. Perché se estraendo i dati ogni mattina il gestore trova i recidivi, procede con il ritiro dell’account. E già successo, e capiterà ancora finché non si estirpa questo vizio di parcheggiare nel proprio cortile togliendo i mezzi, di fatto, dalla disponibilità pubblica. Anche Ofo è intervenuta per tamponare gli indisciplinati aggiungendo anche la carta di credito – prima non necessaria – come requisito anche nella prima fase di lancio e utilizzo gratuito delle bici.
E se il sequestro notturno in cantina preoccupa le società, aspettate che inizino i ricorsi. Se è vero, infatti, che nella mia cantina probabilmente l’ho messa io, il fenomeno più preoccupante si verificherà quando la gente capirà che il sistema GPS, ovvero quello con cui si capisce che te la sei intascata, ha dei problemi sulle brevi distanze. Mi spiego: la cantina, di norma, è lontano e sotto il livello stradale. E così ti becco. Ma se io la bici la lascio dentro un cancello, magari vista strada, il segnale non è abbastanza sensibile da scoprirlo. E tanti saluti a chi vorrebbe la sua bici. Inoltre, se nella cantina io poco posso farci, chiunque potrebbe portarla dentro il cancello, soprattutto nei grandi condomini. Per cui la liceità delle multe diventerebbe molto più contestabile. Inoltre, l’assenza di carta di credito era uno dei fattori determinanti nella comodità del mezzo. Mettercela ostacola il servizio.
In sostanza, questa idea geniale ha dei limiti più che evidenti. Il primo dei quali è che Milano non è, non è e mai sarà una città ciclabile. Ne manca la struttura urbanistica, ne manca la mentalità, ne manca la convenienza. Prima accetteremo questa logica, prima potremo archiviare il disastro del free floating e torneremo alla normalità.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,