Truffe agli anziani, 15 arresti: usavano il trucco del parente bisognoso.

Cronaca

Milano 20 ottobre – Truffavano gli anziani “a livello industriale”, generando un business a livello europeo di decine di milioni all’anno” dicono gli investigatori, comportandosi, aggiunge il procuratore aggiunto Riccardo Targetti, come “sciacalli”. Contattavano le vittime da un call center in Polonia che “chiamava sistematicamente le persone facendo credere loro che dall’altra parte della cornetta ci fosse un nipote in difficoltà”. E così le vittime si facevano convincere a consegnare soldi, in un caso addirittura ottomila euro, e gioielli a un uomo di fiducia che sarebbe passato di lì a poco a domicilio. Per essere più convincenti, i truffatori sono arrivati anche a simulare la voce del familiare al telefono che dava istruzioni su come comportarsi. un giro di sciacalli”

Le ordinanze di arresto sono state emesse contro 15 persone (tre sono ancora latitanti, le altre ordinanze sono state eseguite) residenti da Milano e Novara, 10 italiani e 5 polacchi rom lovari. L’accusa è associazione per delinquere finalizzata alla truffa. La procura di Milano parla di “numerosissime” truffe tentate o consumate. Targetti aggiunge: “E’ ora che la gente capisca che siamo di fronte a un fenomeno sociale grave, da affrontare con serietà. In questo caso ancora di più che in altri, perché la vittima è più fragile e abbassa più facilmente le difese naturali quando si tratta di un parente in difficoltà da aiutare”. Il magistrato ha aggiunto anche che a Milano ogni giorno ci sono “nove o dieci denunce al giorno per truffe tentate o consumate, si va da un minimo di 300 euro a un massimo di ottomila euro”. 

Il pubblico ministero Giancarla Serafini ha precisato che era un’organizzazione “molto solida che operava con estrema velocità: un centralinista, la mente, sempre in contatto con un esattore a cui dava le indicazioni sull’anziano da colpire, sulle sue abitudini e il suo indirizzo”. Le vittime, è stato riferito, venivano individuate scaricando le rubriche telefoniche da internet e “concentrando l’attenzione su alcuni particolari come i nomi che fanno tornare al passato come Pierina, Giuseppina o Celestina”. L’indagine è nata dall’arresto nel settembre 2015 di uno dei componenti del gruppo trovato in possesso di numerosi cellulari. Dai dati delle sim e dai contatti contenuti nei telefoni si è risaliti all’attività della banda che aveva la mente in Polonia e il braccio operativo che riscuoteva il denaro in Italia. Il meccanismo individuato è quello ormai noto del finto parente in difficoltà.(Repubblica)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.