Milan, poker al Chievo e digiuno di vittorie interrotto.

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Milano 26 Ottobre – Chievo-Milan 1-4, Suso e compagni forniscono a Montella i bulloni per fissare la panchina traballante.
In questi giorni si sono susseguite una serie di indiscrezioni che fanno poco bene ad uno spogliatoio, soprattutto in un momento di carenza di risultati. Bonucci che avrebbe chiesto ai compagni di decidere se dovesse spogliarsi della fascia da capitano, Bonucci e Romagnoli che avrebbero avuto un pesante litigio al termine della sconfitta nel derby, i vecchi che non avrebbero legato molto con i nuovi. Tutto smentito dall’ambiente Milan, dai tweet dei giocatori e da un indispettito Montella in conferenza stampa martedì. Non è dato sapere quanto di vero ci sia in questi possibili spifferi, ma i tre punti e gli abbracci, più energici del solito, tra giocatori e allenatore al termine della gara, fanno intendere che a Milanello stiano remando tutti dalla stessa parte. Il tutto sotto gli occhi di David Han Li, presente al Bentegodi per far sentire a squadra e dirigenza la vicinanza della proprietà.Racconto e analisi tattica.

Ci eravamo chiesti se senza Bonucci, Montella avrebbe dato continuità alla difesa a tre, l’aeroplanino risponde di sì e schiera un 3-4-2-1 con Romagnoli centrale a dirigere la difesa.
Il Chievo messo in campo col solito 4-3-1-2 è una squadra temuta per due cose: fa giocare male gli avversari e porta un pressing organizzato ed efficace. Montella però, dà le consegne giuste ai suoi e il Milan non fatica a superare il primo pressing clivense, portato con Birsa che va su Romagnoli e le due punte sui due centrali di parte, i rossoneri cercano sempre velocemente i due esterni e mettono in crisi il sistema difensivo gialloblu con cambi di gioco sul lato opposto, funziona in questo senso l’asse orizzontale Rodriguez-Calabria, l’esterno azzurrino una volta ricevuto il lancio dello svizzero, serve Suso sulla verticale e sono dolori per il Chievo, lo spagnolo è immarcabile, attraversa un momento di forma eccellente e gli riesce ogni cosa, delizia gli spettatori per tutta la gara con tocchi vellutati, tunnel e dribbling da funambolo, segna e fa segnare, prima infila Sorrentino con uno dei suoi tiri a giro sul secondo palo, poi su un suo cross destinato a Kalinic, Cesar sbaglia porta trafiggendo goffamente di testa il proprio portiere.
Il pressing rossonero è asfissiante per i gialloblu, la squadra di Montella è sempre corta e il Chievo nel primo tempo trova solo un’incornata alta di Tomovic, dimenticato in area da Musacchio su un calcio d’angolo. La prima frazione termina 0-2.
Ad inizio ripresa cresce Biglia che smista in avanti palloni importanti, salvo poi commettere un errore fotocopia di quello che ha portato al 2-0 di Icardi nel derby, palla persa a metà campo e contropiede Chievo che non si chiude, sul capovolgimento il Milan va in porta con tre passaggi, Kessie assiste Calhanoglu che controlla e spara di sinistro, 0-3.
Partita che sembra chiusa ma Kessie, autore fino a quel momento di una prova ricca di sostanza e tecnica, serve un involontario quanto perfetto assist all’ex Milan Birsa, lo sloveno riapre tutto segnando col mancino la rete del momentaneo 1-3.
Decide di tornare ancora in cattedra Suso,  uscendo dalla marcatura e imbeccando in verticale Kalinic che addomestica la sfera e fredda sorrentino di esterno destro per l’ 1-4.
C’è gloria anche per Donnarumma, il portiere rossonero festeggia i due anni dal suo esordio deviando miracolosamente sulla traversa un’altra zuccata di Tomovic.
Un grosso in bocca al lupo a Davide Calabria che nel finale esce in barella, ma cosciente, dopo un violentissimo scontro aereo con Gobbi.

Qual’è il vero Milan?

Questa squadra è stata pensata per giocare bene a calcio, con trame fitte e giropalla veloce, lo confermano alcuni dati. Fino alla gara contro il Chievo, in serie A il Milan era secondo solo a Napoli e Juventus per passaggi effettuati e riusciti ed era secondo solo al Napoli per conclusioni tentate. Dietro però si ballava terribilmente e davanti è mancata la cattiveria per andare a rete.
A Verona il Diavolo si conferma, dopo le prestazioni contro Roma, Inter e Genoa, squadra che sa come preparare la giocata finale ma stavolta riesce anche a concretizzare bene le azioni e dietro, a parte il regalo di Kessie per il gol di Birsa, rischia pochissimo.
Ci poniamo ora una domanda: la svolta pronosticata da Montella è davvero arrivata? Probabilmente sabato, la Juventus che arriverà a battagliare a San Siro, ci darà la risposta e ci dirà qual’è il vero Milan.

Andrea Mutti

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