I giudici danno l’ultimatum al Comune: “Fate sgomberare il palazzo occupato di piazza Stuparich”

Milano

Stabile in mano al Cantiere dal 2013. Braccio di ferro con la proprietà

Milano 3 Novembre – UN SOPRALLUOGO da programmare entro 30 giorni. E una soluzione definitiva nel giro di tre mesi. Con un commissario ad acta già nominato, in caso di ulteriore inerzia da parte del Comune: il prefetto Luciana Lamorgese o un funzionario di corso Monforte in sua vece. Il Consiglio di Stato dà l’ennesimo ultimatum a Palazzo Marino sull’intricatissima querelle di piazza Stuparich 18, lo stabile occupato dal Cantiere più di 4 anni fa e tuttora sede dell associazione «Spazio di Mutuo Soccorso». Per ricostruire questa storia, a tratti surreale, bisogna tornare indietro proprio al 24 aprile del 2013. Quel giorno va in scena il blitz del centro sociale: decine di militanti si infilano nel cortile interno e prendono possesso dell’edificio in disuso, trasformandolo pian piano in uno spazio (abusivo) multifunzionale con «palestra popolare, mercatino dello scambio e scuola di italiano per stranieri». A quel punto, entrano in scena i proprietari, cioè l’Immobiliare Campi srl e la Sanitaria Ceschina spa, che chiedono a Comune e Prefettura l’immediato sgombero «per mettere riparo d’urgenza al grave stato di degrado e pericolo, per l’incolumità di terzi e degli stessi occupanti e frequentatori, che deriva dall’immobile».

DALL’AMMINISTRAZIONE nessuna risposta. Nel frattempo, i titolari delle due società accertano con Ala l’attivazione di nuove forniture di energia elettrica, «presumibilmente a favore degli occupanti». Senza contare che il 19 ottobre 2013 un pezzo di cornicione si stacca dal palazzo, precipitando sul marciapiedi di via Serra: sfiorato un passante, che presenta denuncia al commissariato di zona. Scatta il ricorso al Tar: i proprietari chiedono ai giudici di obbligare le istituzioni «a ripristinare la legalità violata nell’immobile», esercitando il potere di adottare provvedimenti urgenti legati non solo «a emergenze sanitarie o di igiene pubblica», ma anche all’eliminazione di «gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana». Nel 2014, il Tribunale amministrativo dà ragione ai ricorrenti e ordina al Comune di verificare entro 30 giorni se le ragioni della proprietà siano valide o meno. Come dire: bisogna comunque dare una risposta, positiva o negativa che sia. Niente da fare: Palazzo Marino si rifiuta di intervenire, non ravvisandone «i presupposti», e lo mette nero su bianco in due comunicazioni successivamente annullate ancora dal Tar. Il 15 settembre 2015 si svolge un sopralluogo all’interno della struttura per valutarne le condizioni. Chi partecipa? Tecnici del Comune e rappresentanti degli occupanti, in particolare un avvocato e un geometra; la loro presenza è posta come conditio sine qua non (accettata) dal Cantiere. E i proprietari? Non ci sono, nessuno li ha avvertiti della verifica in corso.

NE VIENE FUORI una relazione che porta a due note ufficiali, datate 5 ottobre 2015: negli atti si evidenzia, in sostanza, l’assenz2 di «criticità e rischi per la sicurezza urbana e la salute delle persone», escludendo così «la sussistenza dei presupposti di fatto e di diritto per l’emanazione di un provvedimento extra ordinem»; ci si limiterà a una diffida «nei confronti degli occupanti e delle società proprietarie» affinché eseguano «i necessari e opportuni interventi atti a garantire il decoro e l’adeguata manutenzione degli edifici». Qualche giorno fa, quelle due note sono state annullate dal Consiglio di Stato, che ha bocciato quasi per intero la procedura adottata da Palazzo Marino. E adesso? Si torna al punto di partenza. Entro 30 giorni, si svolgerà un nuovo sopralluogo, e stavolta i proprietari dovranno essere obbligatoriamente invitati; entro 90 giorni, dovrà arrivare la soluzione. In caso di ulteriore mancato rispetto dei tempi, la palla passerà alla Prefettura.

Nicola Palma 

LE TAPPE DELLA VICENDA

1 – Il blitz del Cantiere 5 anni fa

Il 24 aprile 2013 decine di militanti del centro sociale Cantiere fanno irruzione nello stabile di piazza Stuparich 18 e lo occupano: all’interno del palazzo in disuso nasce l’associazione «Spazio di mutuo soccorso»

2 – La richiesta di sgombero immediato

I proprietari chiedono subito invano al Comune di far leva sul decreto legislativo 267 del 2000 per adottare un provvedimento d’urgenza di sgombero Scatta il ricorso al Tar: i giudici bocciano la linea di Palazzo Marino

3 – Sopralluogo col convitato di pietra

Dopo la sentenza del Tar va in scena un sopralluogo all’interno della struttura per valutarne le condizioni: presenti i tecnici comunali e due rappresentanti del centro sociale Mancano i proprietari «Nessuno ci ha avvisati»

4 – L’ultima parola del Tribunale

I proprietari impugnano le note con le quali il Comune dichiara l’assenza di criticità e rischi per la sicurezza urbana escludendo la possibilità di intervenire d’urgenza Nuovo ricorso vinto: il sopralluogo va rifatto *** RISCHI Il palazzo occupato in piazza Stuparich e il balcone in condizioni pietose (Newpress)

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