Milano: in Comune un’auto su due è inquinante.

Milano

Macchine e furgoni : 40 veicoli di proprietà sono di categoria Euro 4 o precedente. Forza Italia: finto ecologismo nel Pd 

Milano 12 Novembre – La sinistra milanese predica bene, ma razzola male: paladina della tutela ambientale a parole, usufruisce però dei veicoli a disposizione del Comune, dei quali circa uno su due è inquinante. Avete capito bene: dopo mesi e mesi di proclami contro l’inquinamento e di vessazioni nei confronti dei residenti, lavoratori e city users costretti a cambiare vettura o a versare un obolo giornaliero a Area C, su un totale di 88 veicoli di Palazzo Marino, 40 sono inquinanti. Il 50% circa.

A darne notizia è il capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi, che un mese fa ha preparato un’interrogazione ad hoc. Veniamo ai dati: su 20 automobili di proprietà del Comune, 6 sono inquinanti; a partire da 2 Land Rover euro 0 alimentati a gasolio, a disposizione dell’unità protezione civile. La medesima unità può spostarsi anche con 2 Toyota eurol a gasolio e una Toyota euro O. Mentre la direzione Bilancio, unità vigilanza e rimozioni, dispone di una Fiat Panda euro4, alimentata a benzina – metano. Quanto alle automobili in comodato d’uso, su 15 mezzi ben 9 – tutti Fiat euro 4 alimentati a benzina, sotto la direzione Politiche Sociali – si rivelano essere immatricolati ormai quasi 10 anni fa.

Situazione ancor più tragica per i camion: su 16, ben 10 sono alimentati a gasolio (cinque euro 0, tre euro 3, un euro 4 e un euro 2). Quanto ai furgoni di proprietà, su 33 totali quelli “incriminati” sono 12: buona parte concessi all’area servizi funebri e destinati ai cimiteri di Baggio, Lambrate, Maggiore e all’area Gabinetto del Sindaco, che dispone di un’autoscala per traslochi e un ex furgone per il rilevamento dell’inquinamento (a volte la vita riserva di questi paradossi), entrambi euro 2.

Dei due furgoni in comodato d’uso non se ne salva uno, essendo rispettivamente euro 0 a benzina e euro 4 a gasolio. A chiudere l’elenco un quadriciclo classificato come «piccolo furgone», concesso in comodato a Milano Sport: un euro 0 alimentato a benzina.

Il dato che emerge è quello evidenziato in apertura del pezzo: su 88 vetture 40, praticamente la metà, appartengono alle categorie più vetuste, molte delle quali Palazzo Marino vorrebbe togliere dalle strade a suon di multe, balzelli e divieti. Eppure sembra ieri – a dire il vero era proprio ieri, per la precisione il 13 ottobre scorso – che l’assessore alla Mobilità Marco Granelli dichiarava agli organi di stampa che «stiamo adottando misure che terranno fuori dalla città le auto diesel maggiormente responsabili dell’inquinamento; saremo la prima città che chiude il centro agli Euro4 diesel senza Fap». Chissà se la regola vale solo per le vetture su cui si spostano i cittadini, o può essere estesa anche alle auto di proprietà di Palazzo Marino.

Forse il sindaco Beppe Sala, troppo occupato a affrontare sfide globali (il mese scorso era a Parigi per il convegno sul clima C40, che non era «il solito convegno, ma una sessione di lavoro operativa per confrontarci concretamente su come migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente nelle nostre città»), non si accorge di ciò che avviene sotto il suo naso.

A sinistra l’ambientalista dem Carlo Monguzzi, consigliere e presidente della commissione Mobilità, aveva chiesto di fermare i diesel nell’intera pianura padana: ora, forse, dovrà convincere i compagni di partito a rinnovare al più presto il parco auto per evitare di fermare anche le vetture comunali. L’azzurro Gianluca Comazzi, firmatario dell’interrogazione, va all’attacco: «La sinistra finta ambientalista predica bene ma razzola male, dagli automobilisti milanesi iper multati e perseguitati pretende che paghino Area C, le salatissime tariffe sulla sosta e impone il blocco delle auto diesel. Poi però scopriamo  che un mezzo su due del Comune è inquinante». Infine, l’azzurro lancia una proposta: «Le restrizioni per i milanesi devono essere sospese fino a quando l’amministrazione non sarà in grado di dare il buon esempio».

Andrea E. Cappelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Moderazione dei commenti attiva. Il tuo commento non apparirà immediatamente.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.