Berlusconi c’è e la stampa di sinistra oggi si inchina

Attualità

Milano 14 Novembre – Berlusconi c’è e si impone nella dialettica politica italiana come il “politico” centrale e necessario. A dirlo è la stampa di sinistra. Con enfasi, con convinzione “«Berlusconi si è imposto come tessitore politico proprio mentre lui, “personalmente”, ma soprattutto il suo partito “personale” appaiono deboli. Il paradosso è che Forza Italia oggi è dato dai sondaggi di Ipsos al 14%, appena 2 punti in più di un anno fa, ben 3 in meno rispetto alle Europee del 2014 e 7 rispetto alle Politiche del 2013, senza dimenticare il 35-37% del Pdl nel lontano 2009. In più la fiducia degli italiani nel Cav è al 30%, leggermente risalita dopo la caduta nel 2011”», così Ilvo Diamanti (Repubblica) che riconosce “..non è più la bandiera di una parte, non più la potenza elettorale di predominare, ma un alleato più che necessario sia per gli altri partiti del centrodestra, sia per il Pd, al momento non in grado di esprimere una maggioranza autosufficiente per portare avanti le riforme istituzionali e quelle economiche, per “rimanere in Europa”. E Damilano su L’Espresso osserva “Mentre i leader dell’ultima stagione non hanno costruito un progetto alternativo al berlusconismo, si sono solo chiesti come ereditarlo senza pagare il prezzo. E non hanno valutato che il modello originale è ancora lì, per ora. A incarnare, come sempre, il sistema e l’anti-sistema, la moderazione e l’estremismo, a tenere insieme tutto. In vista di una strana campagna elettorale, dove i competitori saranno in gara non per sconfiggerlo ma per imitarlo.”

Certamente il linguaggio di sinistra ha un sapore amaro, ma l’intelligenza politica e il carisma del leader Berlusconi emergono, senza incertezze. E la sua forza, la sua lucidità politica, la sua generosità. «L’Italia – dichiara –  ha bisogno di una rivoluzione, ovviamente legale, pacifica, positiva, ma tuttavia radicale. Una rivoluzione liberale per spazzare via l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica, l’oppressione giudiziaria. Una rivoluzione per cambiare la classe dirigente del Paese, sostituendo i professionisti della politica con donne e uomini che nella vita professionale, nel lavoro, nell’impresa, nella cultura, nel volontariato, abbiano dimostrato non soltanto assoluta onestà ma anche grande concretezza e capacità di portare a casa dei risultati. Naturalmente il fisco rimane al centro dei nostri programmi: la flat tax , la tassa ‘piatta’ che abbassa le aliquote per tutti e attenua la progressività esasperata, è la chiave per far ripartire la crescita, e con essa l’occupazione».

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