Milano 17 Novembre – Di ben 43 milioni di euro netti, 60 lordi. Così si chiude, per ora, la vicenda processuale che contrappone il presidente alla sua ex consorte. E che riscrive bendi più degli obblighi economici tra i due. Riscrive un mondo, una concezione della famiglia. E ci dà, soprattutto, da pensare su quanto poco funzioni il diritto nel nostro paese. Passiamo, in primis, dalle questioni pratiche. Così, en passant. La questione economica è semplice, è di principio, ma è anche rivoluzionaria. No, il temore di vita precedente non è più IL CRITERIO. È una rivoluzione già metabolizzata. Ma se la applicano a Silvio, se persino lui, il reprobo, quello a cui il diritto si applica, per cui non si interpreta può invocarlo, allora è vero. È reale. E così il Presidente ha vinto. Ha vinto quando nessuno pensava potesse succedere. Ha vinto contro un nemico che non si pensava potesse vincere. Eppure ce l’ha fatta. È la metafora della vita straordinaria di un Italiano che ha perso, talvolta, ma che non si è mai arreso.
Eppure non è solo questo il punto. No, il problema è oggi un altro. Qualcosa che ha a che fare con una strana concezione del diritto come una entità monolitica, nello spazio e nel tempo. La sentenza è retroattiva. Retroattiva fino al giorno della pronuncia della prima sentenza, nel 2014. retroattiva fino ad un momento storico in cui questa interpretazione non solo non esisteva, ma era espressamente esclusa. Che poi, interpretazione. I giudici qui scrivono una norma. E le norme, di principio, prima che per legge, non dovrebbero mai essere retroattive. Non dovrebbero esserlo per ragioni di equità e di giustizia. E soprattutto non dovrebbero farle i giudici. Non è il loro compito, non è il loro mestiere. Ed invece siamo qui, a commentare stavolta una questione che magari riteniamo equa, ma che resta un mostro. Un abominio. Per quanto, va detto, mai nulla in confronto ai commenti di Repubblica. Merlo, in particolare, riesce nell’impresa titanica di definirlo un atto di violenza. L’ultimo. Quelli prima non si capisce chi li avrebbe commessi. Silvio Berlusconi? 360 milioni alla ex sono un atto di violenza? Siamo seri, per favore.
Questa è una vicenda privata che vive sotto una luce due volte pubblica. Ma che racconta molto della nostra società e del nostro mondo. E, devo dire, in tema di certezza del diritto non ci facciamo una grandissima figura.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,