Milano 18 Novembre – Ogni anno in Italia, 175 mila interventi di protesi articolare: circa 99.500 riguardano l’anca, 67.300 il ginocchio, i rimanenti spalla, gomito, polso e caviglia – Oltre 3 mila gli interventi di artroprotesi con tecnologia robotica effettuati con il sistema con braccio robotico MAKO nel nostro Paese dal 2011
Secondo la definizione corrente, la chirurgia robotica (Robotic Assisted Surgery) utilizza mezzi robotici che consentono all’operatore di praticare un intervento chirurgico manovrando, a distanza, un robot non completamente autonomo, ma in grado di eseguire manovre comandate. Dall’inizio del secolo, quando la FDA americana diede il via libera all’impiego del primo robot chirurgico, si calcola che i robot abbiano eseguito oltre 4 milioni di interventi nel mondo. In Italia, si stima che siano tra i 12 e i 15 mila gli interventi operatori compiuti ogni anno con l’impiego di un sistema robotico. Al momento attuale ne operano nel mondo circa 4 mila, dei quali un’ottantina sono attivi in Italia.
Dal 2009 la chirurgia robotica è realtà anche in ambito ortopedico, in particolare per la chirurgia protesica articolare dell’anca e del ginocchio. Introdotta in Italia nel 2011, grazie al sistema con braccio robotico MAKO, si stima siano già stati eseguiti nel nostro Paese 3 mila interventi con questa tecnologia. Il sistema è presente in 12 ospedali pubblici e privati in Italia e in oltre 400 centri nel mondo.
“Il primo intervento di chirurgia ortopedica con tecnologia robotica venne effettuato in Italia nel 2011 applicando una protesi monocompartimentale di ginocchio”, racconta Fabio Catani, Direttore Struttura complessa di Ortopedia e Traumatologia, Dipartimento Scienze mediche chirurgiche materno infantili e dell’adulto, Università di Modena e Reggio Emilia. “I vantaggi del sistema con braccio robotico MAKO attualmente disponibile sono numerosi, per il chirurgo e per il paziente”, spiega Catani. “Consente interventi più accurati, meno invasivi, con riduzione dei tempi di recupero e delle complicazioni post-operatorie. Garantisce la massima precisione nel posizionamento della protesi d’anca o di ginocchio (sia monocompartimentale che totale), le tre applicazioni per le quali è stato sinora validato. Grazie all’esecuzione di una Tac prima dell’intervento, che permette una scansione tridimensionale dell’area in cui andrà impiantata la protesi, il chirurgo può pianificare nel minimo dettaglio le azioni che il braccio robotico eseguirà durante l’operazione. Ciò consente di rispettare al meglio i tessuti ossei, articolari e muscolari coinvolti e di ridurre gli errori di posizionamento della protesi, con una efficacia ben superiore a quella dell’intervento chirurgico tradizionale, in base a indicatori che tengono conto della soddisfazione del paziente, dei parametri clinici e delle complicanze”.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.