L’Ema va ad Amsterdam: Milano resta beffata da un sorteggio

Milano

Milano 20 Novembre – Dopo essere stata in testa per tutte le votazioni fino in finale, Milano perde l’Agenzia Europea per il Farmaco (Ema) per un sorteggio.

Il capoluogo della Lombardia, candidata ad ospitare la sede dell’Agenzia dopo la Brexit, è passata prima al secondo turno incassando ben 25 punti e poi in finale con 12 punti.

Ma il voto finale si è rivelato uno schiaffo per l’Italia: Milano e Amsterdam hanno ottenuto lo stesso numero di preferenze, costringendo l’Unione europea a procedere a un sorteggio. Alla fine è stata un’estrazione a decidere: l’Ema si trasferirà dalla Gran Bretagna ai Paesi Bassi. Uno schiaffo alla politica di Beppe Sala e Paolo Gentiloni che avevano puntato tutto sul rilancio dell’Italia a livello internazionale grazie a questa candidatura.

Tavecchio, per l’esclusione dai mondiali dopo la sconfitta con la Svezia, si è dimesso. Ora chi si dimetterà per la sconfitta di Milano per la sede Ema?“, attacca già Maurizio Gasparri (Forza Italia), “Bisognava vincere prima con un’adeguata azione politico-diplomatica. Non ridursi al sorteggio“. “Ora questo governo di incapaci si dimetta e vada subito a casa e si torni al voto senza perdere tempo“, aggiunge Paolo Grimoldi (Lega Nord), “È inaccettabile che Milano, che aveva le migliori credenziali, abbia perso la corsa all’assegnazione dell’Agenzia Europea del Farmaco solo per l’inconsistenza e l’incapacità a livello diplomatico di un Governo che conta meno di zero e non ha alcuna credibilità internazionale”.

Un bilancio da oltre 320 milioni di euro, il controllo della commercializzazione di tutti i nuovi farmaci in Europa, lo stimolo a programmi avanzati per farmaci “orfani” e pediatrici. La EuropeanMedicines Agency (Agenzia Europea per il Farmaco) è un vero e proprio colosso. Dopo la Brexit, Milano si era candidata a prendere il posto di Londra, prendendone anche tutti i vantaggi economici. Nata nel 1995, dopo sette anni di negoziati in seno alla Comunità Europea, l’agenzia armonizza le procedure di autorizzazione alla messa in commercio dei farmaci nei Paesi dell’Unione Europea e, per questo, ha un bilancio di circa 322 milioni di euro. Di questi circa l’89% (circa 285 milioni di euro) deriva dalle tasse e dagli oneri imposti dai servizi di regolamentazione, mentre 16,5 milioni di euro vengono direttamente dal budget dell’Unione europea e sono destinati a“sostenere programmi per i farmaci orfani e pediatrici e per terapie avanzate”. Una quota rilevante del budget dell’Ema viene, poi, alle autorità nazionali a titolo compensativo per il loro impegno nell’iterregolatorio. “Nel 2017 – fanno sapere – si stima che circa 118,7 milioni di euro saranno destinati a questo scopo”.

Per MIlano non si sarebbe trattata solo di una vittoria “economica”. Portare la sede dell’Agenzia Europea del Farmaco in Italia aveva anche un altissimo valore simbolico. “Prima della sua creazione – spiegano – le aziende farmaceutiche dovevano ottenere l’autorizzazione da parte delle autorità dei singoli membri sostenendo un costo ulteriore stimato intorno ai 350 milioni di dollari all’anno”. Ora, con l’introduzione di un organismo unico europeo, il mercato dei farmaci è stato letteralmente aperto evitando, in questo modo, che le singole autorità nazionali possano impedire il commercio di nuovi farmaci simili a quelli prodotti dall’industria nazionale.

Sergio Rame (Il Giornale)

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