Questa storia non riguarda una sola social street. Riguarda una mentalità, un modo di vivere, ed un colore. Che ha sempre le stesse sfumature carminie. Per esempio, se sei nel Gruppo San Gottardo, Meda, Montegani Social Street, da domani, dovrai chiedere il permesso per poter dissentire. E vedertelo negato, naturalmente. Questo il racconto di Repubblica:
Censura? No, invito all’educazione e alla condivisione positiva. Così Fabio, Floriana, Ivan, Luigi e Zeno spiegano sulla bacheca del gruppo la novità-esperimento: “In questo ultimo periodo abbiamo visto troppi lamenti e contenuti non eccelsi, sicuramente meno impegno, gente che chiede sempre senza dare mai, domande pigre che intasano il gruppo. I post saranno così sottoposti ad approvazione con l’obiettivo di evitare polemiche senza proposte, l’indignazione quotidiana, la ripetizione scomposta di eventi o temi che non portano da nessuna parte né danno valore alla social street. Nel nostro processo di moderazione, vogliamo dare priorità a contenuti per lo più originali e di valore per la zona, con soluzioni più che sterili lamenti”. La scommessa, insomma, è di migliorare lo spirito di comunità, tenendo fuori le beghe da cortile. Quelle del resto, già nella vita reale, non mancano affatto.
Siccome noi ci teniamo a verificare, siamo andati a vedere sia la pagina che il gruppo. La pagina è estremamente chiara:
SOCIALITÀ + GRATUITÀ + INCLUSIONE
San Gottardo Meda Montegani Social Street copre la direttrice da P.za 24 Maggio a P.le Abbiategrasso, inclusi gli immediati dintorni.
Linee guida per i nuovi arrivati nel gruppo e non. Questo spazio è nato per incentivare all’interno della zona condivisione e partecipazione, scambiarsi professionalità/necessità/conoscenze, portare avanti progetti collettivi di interesse comune e trarre benefici da una maggiore interazione sociale. In particolare:
- ha la funzione di creare una rete di solidarietà tra vicini;
- ha solo finalità sociali, non di lucro;
- non porta avanti nessuna visione politica, religiosa, ideologica di alcun tipo.
Avete presente quando, prima dell’89, leggevate “Democratica”, dopo Repubblica, e già sapevate che là c’erano ancora i lager? Ecco, io quando leggo socialità ed inclusione ho la stessa impressione. In altre social street, se uno cerca un idraulico, anche alla centesima domanda, non viene fucilato in strada. Se un’attività fa promozioni, li si incoraggia a postare. In altre social street, la gente è libera. Altre social street, magari non ti includono a sangue. Ma ci si può stare liberamente. Lodando o contestando, chiedendo, rispondendo, discutendo e talvolta litigando. In altre social street, la gente è libera. E te ne accorgi, perché saranno meno sociali, ma almeno non sono socialisti. E non è cosa da poco.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,