Milano 25 Novembre – Da Bruxelles arriva la solita lettera di minacce. È indirizzata a Padoan ed è molto feroce. Fissa un appuntamento a primavera quando sarà richiesta una manovrina, che poi tanto manovrina non è: qualcuno parla di cinque miliardi. Altri addirittura di sette. Mano al portafoglio, tanto per cambiare. Non che la cosa ci stupisca, per carità. Piuttosto ciò che stona è questo continuo sentire che i conti pubblici sono ordinati e che non ci sarà bisogno di altri interventi perché la bacchetta di Paolo Gentiloni e del ministro Padoan hanno risolto tutto. «Sono insopportabili le illazioni sui conti pubblici», tuonava il titolare del Tesoro solo qualche giorno fa. Chissà se ora avrà il coraggio di dirlo con la stessa foga ai commissari di Bruxelles. L’entusiasmo si basa su un refolo di ripresa economica. «L’Italia non è più il fanalino di coda dell’Ue», diceva qualche giorno fa tutto orgoglioso il premier Gentiloni. In effetti: per una volta siamo stati penultimi. Ma una volta sola. Ed è stata un’eccezione. Per il resto, continuiamo ad essere i peggiori . Pensate che da oltre vent’anni cresciamo meno degli altri. Eppure siamo ottimisti. Ottimisti e sollevati, cuor contento ciel l’aiuta, siamo proprio felici del nostro zerovirgola in più che l’Istat celebra con le sue fanfare. E pazienza se quaggiù nel mondo reale nessuno se ne accorge. Tutto ciò vi sembrerà strano? Ovvio. Non per nulla il ministro è «stranamente ottimista», e altrettanto stranamente procede verso la soluzione di tutti i problemi. Compreso il debito pubblico che, contrariamente a tutti i pronostici, continua a salire toccando la vetta record di 2.300 miliardi. Colpa dei numeri, si capisce, che non ne vogliono sapere di essere ottimisti. Stranamente. Fra l’altro verrebbe voglia di capire dove diavolo finiscono tutti questi soldi. Alle famiglie è stato chiesto ogni tipo di sacrificio. La pressione fiscale nazionale non è mai diminuita, anzi. La pressione fiscale locale è aumentata con tanto di truffe annesse (vedasi Tari). La disponibilità di moneta, grazie a Mario Draghi, è pressoché illimitata e i tassi d’interesse al minimo. Com’è possibile, allora, che il debito pubblico continui ad aumentare? In che pozzo buttano tutto ‘sto denaro? Sarebbe bello saperlo perché tra un po’ la cuccagna rischia di finire. A quel punto dove finirà tutto l’ottimismo di Padoan? Preparatevi perché farà male.
Ernesto Preatoni blog
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