Milano 27 novembre – La Camera ha approvato la scorsa settimana, 357 i voti a favore (Pd, M5s, Fratelli d’Italia e Lega Nord tra gli altri), 46 i contrari (FI e i fittiani di Direzione Italia), 15 gli astenuti, la proposta di legge sul “whistleblowing”, la norma che tutela la segnalazione di attività illecite nell’amministrazione pubblica o in aziende private da parte del dipendente che ne sia venuto a conoscenza.
Simboli di questa storia sono 2 giovani whistleblower: Andrea Franzoso ed Enrico Ceci. Il primo a proposito delle spese fuori controllo in Ferrovie Nord.
La nuova legge, fortemente voluta dal M5s, integra e amplia l’attuale disciplina prevista dalla legge Severino. In particolare è previsto il reintegro per il segnalante licenziato e la conseguente nullità degli atti discriminatori. Il segnalante che perde il posto per aver fatto il suo dovere, dovrà dunque essere riammesso in servizio e ogni atto discriminatorio nei suoi confronti sarà cancellato. Inoltre si stabilisce l’inversione dell’onere della prova: l’ente, pubblico o privato, dovrà dimostrare che la misura sanzionatoria nei confronti del segnalante è stata presa per motivi estranei alla segnalazione. Dure sanzioni sono previste a carico dei responsabili per la prevenzione della corruzione in caso di mancata o erronea applicazione delle procedure. Si amplia, poi, la protezione dell’identità del segnalante. Nei procedimenti disciplinari l’identità potrà essere rivelata solo con il consenso del segnalante. Tutele speciali, infine, per i fornitori e collaboratori della Pubblica amministrazione e per i dipendenti del settore privato. Fra gli aspetti che dovranno essere definiti, la creazione di un fondo di tutela per i segnalanti soprattutto per quanto concerne le spese legali sostenute e la protezione totale dell’identità del segnalante. Durante il procedimento giudiziario potrebbe infatti esser rivelata l’identità senza il consenso del segnalante
“Con questa legge – ha dichiarato Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia della Camera – colmiamo un ‘vuoto’ legislativo da tempo denunciato dal GRECO e da altri organismi internazionali: sul fronte della lotta alla corruzione questa legislatura può chiudersi con un bilancio decisamente in attivo, superando i ritardi maturati purtroppo in tanti anni di scarsa attenzione al fenomeno”.
Dello stesso avviso la presidente della Camera Laura Boldrini secondo la quale “la tutela degli autori delle segnalazioni di reati è un altro rilevante passo avanti del Parlamento nella lotta all’illegalità e in favore della trasparenza”.
Anche il presidente dell’Anac Raffaele Cantone aveva più volte segnalato l’importanza dell’istituto del whistleblowing, già ampiamente diffuso nei Paesi anglosassoni, sollecitando l’approvazione di una legge che ne definisse i contorni.
Voce fuori dal coro quella di Stefano Parisi di Energie per l’Italia secondo cui “Pd e M5S si sono uniti per far passare questa legge che è l’ennesima prova del populismo di governo e della resa dello Stato al suo ruolo e ai suoi doveri”. “E’ uno Stato – ha aggiunto Parisi – che essendo incapace di far funzionare il suo sistema di giustizia decide di affidarsi alla delazione di massa. Nei Paesi dove funziona, il whistleblowing assicura la confidenzialità delle segnalazioni in un primo momento, ma premia pubblicamente chi ha segnalato illeciti risultati tali. L’esatto contrario dell’anonimato”. “Questa legge rischia di alimentare solo vendette e invidie sul lavoro, spesso senza ragioni fondate. La tutela di chi collabora con la giustizia, insomma, non deve essere confusa con l’inquisizione”, ha concluso poi Parisi.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.