Milano 2 dicembre – Sono almeno “13 i morti addebitabili direttamente” a Osman Matammud, il 22enne di origine somala che lo scorso 10 ottobre è stato condannato alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per tre anni, con l’accusa di avere ucciso, stuprato e torturato decine di migranti sequestrati nel campo libico di Bani Whalid. Lo scrive la Corte d’Assise di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui si chiarisce il numero di omicidi commessi, che per il pm Marcello Tatangelo inizialmente erano quattro ma che poi, da quanto è emerso nel dibattimento, sono aumentati a un numero che non è stato possibile definire con esattezza. I giudici hanno parlato di “deliberata crudeltà” del giovane responsabile, oltre che degli omicidi, di violenze sessuali nei confronti di “decine di donne” (di cui alcune minorenni) e di punizioni “dolorose e umilianti”. Fatti questi di “estrema gravità” che per la Corte non possono essere giustificati, come ha sostenuto la difesa, dalle “sue drammatiche esperienze”.(Ansa)
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