Chi adotta un bastardino farà una vita meno da cani.

Zampe di velluto

Dal Comune di Avellino incentivi  a chi sceglie un trovatello al canile. Teramo e Lecce offrono  sconti sulla Tares

Mah! Alla fine spiego il perché di questa dubbiosa esclamazione. Veniamo ai fatti. Tra IMU (tremo a nominarla), Tarsu, Service Tax, Tari, Tasi e Trise (che sembrano tre personaggi di Disney), effettivamente non ci si capisce più una mazza. Poi c’è la Tares, volgarmente più nota come la tassa sulla monnezza, sì insomma i rifiuti, che dovrebbe però rientrare nella Trise, una volta che la Tasi sarà istituita. Vi prendo in giro? No, ma non vi preoccupate, non è questo l’argomento, o meglio si tratta di Tares e di cani e la faccenda pare piuttosto semplice. Come già scritto la Tares è il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi comunali. lo scrittore Giorgio Manganelli che era pervaso da una sensazione orgasmica nel pagare le bollette, posso assicurare che il sentire comune è del tutto diverso e che la tassa sull’immondizia è una di quelle che maggiormente porta all’esasperazione il cittadino. Sarà per questo (e non per risolvere l’annosa piaga del randagismo) che la giunta di Avellino, presieduta dal sindaco Paolo Foti, ha deliberato che chi adotta un cane presso il canile comunale (o convenzionato che sia) può ottenere fino a 700 euro l’anno, contributo che non sarà comunque inferiore a quello che il nucleo familiare, di chi adotta il peloso quadrupede versa, per il pagamento della Tares. Siccome i cani senza proprietario, ospitati nei comuni, costano piuttosto cari, il comune irpino ha pensato bene di trovare una forma di risparmio e contemporaneamente un incentivo all’adozione di cani, atto nobile e generoso.

L’assessore all’ambiente Giuseppe Ruberto, artefice dell’iniziativa, spiega infatti: «Non si tratta soltanto di realizzare risparmi, ma anche di favorire iniziative di cittadinanza attiva indispensabili per la gestione dei servizi di pubblico interesse». Procedure di affidamento e controlli sono stati affidati a un’associazione protezionistica di volontariato e l’assessore si spinge a prefigurare la creazione di una struttura recettiva che non abbia le caratteristiche di un luogo di reclusione, ma dove gli animali possano interagire con le persone e con l’ambiente che li circonda. Beh, mica male come prospettiva. Già altri comuni, come Teramo e Lecce, avevano adottato un provvedimento simile, stabilendo, per chi accoglie in casa un cane del canile, uno sconto sulla Tares, per il biennio 2014-2015 di 300 euro. A Solarino, nel siracusano, il contributo massimo annuo ammonta a 750 euro, mentre a Bondeno, nel ferrarese, chi adotta uno dei 23 cani ancora presenti nel rifugio gestito dalla Lega nazionale del cane, si vedrà esentato completamente dal pagamento della gabella immonda (trattasi d’immondizie). Nel frattempo, proprio a Lecce, scoppia la polemica tra chi considera immorale pensare ai cani e non alle famiglie e l’assessore Guido che, a parte la sensibilità verso i cani, dimostra, conti alla mano, che alla fine il comune ci guadagna. E allora tutti contenti? E torniamo a quel mio «mah!» iniziale. Conoscendo la civiltà del popolo italiano e, mi si conceda, un mezzogiorno che ha una visione della società un po’ particolare (senza offese ne?) non capiterà che ci saranno adozioni massicce di cani che poi, itascato l’obolo, finiranno come l’Empy regalato a forza dalla Bignardi a Monti, di certo non abbandonato, ma un tantino scomparso?

OSCAR GRAZIOLI  (Il Giornale)

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